lunedì 10 settembre 2012

Stop that train


Premessa:

Ogni volta la mia estate scivola via osservando le rotaie del treno appena partito …
Le rotaie guardandole in lontananza sembrano incontrarsi…
Ma non è così… è un trucco
lo sanno tutti escluso i bambini.

Una mattina appena sveglio mi sono girato verso Francesca era già sveglia accanto a me, aveva gli occhi stanchi, come quelli di chi non aveva dormito, mi chiese:
Alessandro scusa prima di preparare il caffè, volevo dirti che ho capito quello che volevi dirmi ieri sera …
Io: Scusa, ma che cacchio di ore sono? Ma riferito a cosa?
Lei: Scusami hai ragione, dicevo della Sicilia.
Alessandro sono gli occhi la chiave di lettura…avete tutti lo stesso sguardo ….
Avete gli occhi tristi!
Io: Grazie per il buongiorno…giornata meravigliosa! Faccio il caffè?

Francesca c’era venuta diverse volte in Sicilia…ma questa volta era riuscita ad andare oltre quello che un semplice turista riesce ad osservare, perché la Sicilia è terra di nessuno…
è terra di deportati…
La Sicilia è da sempre una regione svuotata…anche adesso i giovani vanno via, così restano paesi con un tasso demografico bassissimo, in molti casi addirittura in negativo, con un età media di 70 anni…
I numeri dicono che alcuni paesi da qui a 40 anni potrebbero sparire del tutto…
diventare come le scenografie dei film western di Sergio Leone, quei tipi di film che a me da piccolo non piacevano, perché il tutto mi sembrava malinconico, così da bambino guardavo mio padre sul divano e non capivo perché quei film li amava così tanto…
ci ho messo circa 30 anni per capirlo!
Tornando alla Sicilia si potrebbe dire con rassegnazione che nessun tipo di cambiamento è possibile se i giovani portatori sani di cambiamento, sono inesistenti!
Ti accorgi che la gente è andata via dal numero enorme di arrivi per le attesissime ferie d’agosto, queste ultime in Sicilia, corrispondono ad un elevato numero di feste di presunta devozione ai Santi protettori, che includono una pioggia di soldi in fuochi di artificio spesi da ogni paese per il Santuzzo di turno…un volta finito questo….nelle piccole contrade  torna alla monotonia di sempre…
In Sicilia non hai scelta  o frequenti ragazze che lasceranno presto questo paese per realizzare sogni o per fuggire dai loro tormenti, oppure in alternativa potrai avere la possibilità di conoscere ragazze figlie di emigranti che hanno già lasciato questa terra da un po’ e che tornano qui per passare qualche giorno di ferie con i nonni...
Ciò significa che il tuo legame con le donne in questa terra è un breve passaggio, il tuo amore è precario e presenta sempre un tempo molto ma molto determinato..
In tutto questo squilibrio sempre a perdere, la stazione diventa il luogo delle mancate opportunità, i rimpianti hanno  le sembianze dei treni merci, pesanti  e arrugginiti, fermi sulle rotaie ormai da secoli, ogni vagone contiene la possibilità che spesso non è altro che una scelta non presa..
in questo cimitero di ferro e umidità respiri la vita in tutta la sua complessità....
ecco perchè nessuno ha il coraggio di dirlo, ma la stazione è un lusso per pochi!

Così la mia prima vera storia estiva si è infranta sul notturno per Venezia, dove io ancora senza alcun accenno di barba, arrivavo di corsa in bicicletta con un invivcta jolly sulle spalle e con in mano un numero di Dylan Dog.
Ci sono io che saluto di fronte al finestrino della sua cuccetta, finestrino che a causa dello spessore rende tutto di un colore opaco.

Mi trovai in stazione qualche anno dopo, avevo 17 anni ed io e lei arrivammo insieme su un motorino di seconda mano, con una marmitta dal rumore infernale e con zaini enormi che contenevano tende da campeggio. Avevo ancora  il mare di Lampedusa negli occhi e di lei che leggeva Cent’anni di solitudine….
Mi sono visto ancora in quella stazione quando lei partì, in una settimana uggiosa di fine settembre, dicendoti che per seguire i propri sogni non si può restare in un piccolo paese di montagna.
Ti ricordò della nottata passata guardando Big Fish dove la magia di Tim Burton diceva che qualunque crescita personale è proporzionale al posto dove vivi…una vasca piccola pesce piccolo…vasca grande pesce grande….
Per questo lei doveva andare…
Avevi ancora 23 anni è sotto la pioggia ho pensato che la cosa più giusta che avevo fatto nella vita, era stata quella di comprare una macchina di merda ma con uno stereo buono, questo perchè in quel sedile ormai logoro con la spugna gialla che usciva da tutte le parti, solamente una buona colonna sonora non mi avrebbe fatto sentire solo…
Tutta la notte ha guardare le gocce che scivolano sui finestrini…prima lontane poi vicine, poi nuovamente lontane e in mezzo a quel caos di destini, la musica segnava la rotta dei ricordi…
Quella sera mi portò al San Siro alle centinaia di luci che si accesero all’improvviso, a due amiche che alzarono le braccia ed urlarono come non avevano fatto mai… 
Mentre io che venivo sepolto dalle note di with or without you degli U2.




Per un pò di tempo pensi che le partenze siano un ingiustizia, un avversità....
La realtà è un’altra …
ti serviva un alibi, ed il tuo alibi più grande è composto da due lettere:

SE

Così a causa dei se in tutti questi anni sei diventato qualcosa di diverso...qualcosa che non è capace più di prendere la rincorsa e di volare...la chiamano maturità, ma alcune volte penso che più si cresce più il nostro cuore viene avvolto da uno strato di plastica per l'imballaggio e non riesci a  sentire più nulla. Finisci per nasconderti alla stazione, dietro un pilastro, alzando il giornale fino all'altezza del naso....
decidere di guardarla da lontano mentre lascia questo paese, guardare il suo sguardo che cerca te, quella ricerca che fanno gli occhi prima di lasciarsi, la ricerca di quel tentativo che potrebbe riaprire i giochi, ma che tu adesso non riesci più a sostenere...




Racconto:

Governo ladro!!! Ed io che dovevo andare in pensione il prossimo anno!
Alessandro ma tu li leggi i giornali?
Hai visto la nuova finanziaria?

Il tizio che legge il giornale si chiama Sebastiano Truglio, detto “u moddu” che in siciliano si traduce come “il Lento”, causa la sua lentezza nei pensieri e nei movimenti.
E’ Talmente lento e complicato nell’elaborare i discorsi che molti si addormentavano ascoltandolo…
Lui  è l’addetto alle pulizie della stazione, ed è per me un supereroe.
Mentre tutti inquinano, sporcano, bruciano, devastano, lui con la sua vecchia scopa che usa come una spada da samurai, rende giustizia al mondo…
 Lui ha quasi compiuto 35 anni di servizio presso la stazione, dentro quell’ammasso di ferraglia arrugginita a cui nessun politico crede più. E’ sposato con Maria, che alla luce dei suoi racconti, cucina la parmigiana più buona del mondo, insieme hanno dato vita a Santino, adesso laureato in Ingegneria, ma come tutti i laureandi siciliani, disoccupato e pronto a trasferirsi in Australia.
Mi dice sempre con  aria stanca guardando il giornale….
.. hai visto come ci hanno ridotto?
Questi politici da 4 soldi! Berlinguer lui si che era un politco! Quando è morto Berlinguer era il l’11 Giugno del 1984, quel giorno nessuno pagò il biglietto del treno, perchè a tutti era stata data la possibilità di andare al funerale, come avrebbe voluto lui…
I treni arrivarono a Roma strapieni di gente da tutta Italia, tutti piangevano come se fosse morto un parente…
era diventato uno della famiglia…
Se dovessero morire Casini o D’Alema, io sa che ti dico:
Pace all’anima loro…
non sono mica dei familiari …chi li conosce!
Poi mi chiede:
Ale? Ma la bionda è partita?
Io: Qual’è bionda?
Sebastiano: Avaaaaa ca ti vittimu tutti pari….ca fimmina!
Roma?
Napoli?
Non mi dire che è Milanese che vota Lega che stavolta m'incazzo e ti pigghiu a tumulati!

Io: Sebastiano la bionda non la vedo da anni, è una storia finita ormai 8 anni fa…comunque votava per Bertinotti e stavolta m'incazzo io e mi prendo a tumpulate da solo!

Sebastiano: Alessandro, bionda, rossa, bruna e che cambia? le femmine sempre femmine sono …
Stai attento! Tieni gli occhi ben aperti, arrivano alla stazione con un sacco di valige, ma sai cosa portano? Te lo dico io!
Scirocco e guai!
Ma la cosa triste sai qual è?
Che quando vanno via ti annoi da morire…

 Io e Sebastiano ci vediamo spesso, perché nonostante le super offerte degli aerei io continuo a prendere il treno…odio gli aeroporti, forse perché fra tutte quelle scale mobili e vetrate gigantesche, non ho mai incontrato un altro come Sebastiano Truglio…
Così in stazione io e Sebastiano ci incontriamo sempre, soprattutto all’inizio e alla fine dell’estate,
però a Luglio/Agosto nel periodo degli arrivi è quasi sempre un saluto veloce, perché sono travolto da baci e abbracci, da zainetti e trolley, e da tantissime altre cose da prendere velocemente.
Tutto questo mentre chi non vedi da mesi ti chiede subito
come stai?
Sbaglio o ti sei fatto più magro?
Come mai i capelli corti?

Quando mi capita di vedere per caso con lo sguardo Sebastiano, dopo aver abbracciato un’amica arrivata da lontano, lo vedo sempre che fa gesti con le mani … gesti che auto censuro nel racconto!
Una volta però una mia amica vide un tizio che muova il bacino e che sembrava salutasse me….

Mi chiese se lo conoscessi?
Dissi si! Bastiano u moddu!
Lei: Chi è “u moddu?”
Io: Un supereroe che uccide il male con la lentezza!

Ma è soprattutto a fine stagione, quando saluto persone care, che io e Sebastiano ci vediamo ed iniziamo a parlare…
diciamo che le partenze lasciano pepite sulle rotaie ed io e Sebastiano siamo dei bravi cercatori d’oro.
Molte volte è l’inizio di settembre, fuori piove e lui indossa sempre la stessa cerata blu, le nostre discussioni iniziano quasi sempre con un mio:
Sebastiano hai due minuti ci prendiamo un caffè?
Sebastiano: Si tanto ho appena passato lo straccio; è bagnato deve asciugare...

Ho capito dopo anni che per Sebastiano detto “U Moddu” con la frase tanto deve asciugare, racchiude un tempo infinito…

Una volta al bar della stazione mentre mi domandava:
Come lo vuoi lo zucchero?
Di canna o normale?
A cui rispose da solo…tiè fatti na canna e non ci pensare!
Disse una delle cose più incredibili cha abbia mai sentito…
Senti Alessandro ora ti dico una cosa, non è vero che la gente parte, c’è un modo per fregare il tempo e lo spazio…
se vuoi te lo spiego…tanto deve asciugare…
Alessandro guarda attentamente il binario 3…
ecco il treno di fronte ai tuoi occhi sta passando mentre tu sei fermo…
non fa una piega, ma questo vale solo se consideri te Alessandro come sistema di riferimento…
Ma se il sistema di riferimento è sul treno, tu sei in movimento mentre lui è fermo…
Quindi tutto dipende dal sistema di riferimento…
Mi spiego meglio…
Prendi un foglio e una penna, sediamoci al tavolo.
Ora immagina due osservatori su due treni A e B, viaggianti in senso opposto alla stessa velocità. Diciamo che entrambi gli osservatori vogliono misurare l’attraversamento del treno A da parte del treno B.
Non ci sono dubbi che se l'evento viene osservato dall'esterno, cioè da un osservatore fermo sulla banchina, vale l'interpretazione di prima.
Ma le cose cambiano se noi ci mettiamoci dal punto di vista di A.
Il percorso compiuto dalla testa di B per completare l'attraversamento di A misura ovviamente 1.
Ora, se noi calcoliamo il rapporto fra tale percorso e la lunghezza apparente di B, vista da A,
e se la velocità è molto bassa (tendente a 0), il rapporto tende a 1, ossia il percorso della testa di B è uguale alla lunghezza apparente di B
ripeto: il tutto come visto da A.
OOOH mi stai seguendo?

Io: Scusa Sebastiano ma chi è A?

Sebastiano: Amunì, A è uno dei due treni! Ma perché sei andato a scuola mi chiedo?
Alessandro se la velocità diventa “relativistica”, il suddetto rapporto diventa maggiore di 1: infatti, il percorso è sempre 1, ma la lunghezza apparente del treno B, visto da A, è ora minore di 1.
Ciò significa che all'aumentare della velocità, A attribuisce a B un percorso 'relativo' sempre maggiore, tendente all'infinito. Tuttavia tale dilatazione dello spazio percorso da B, dal punto di vista di A, è esattamente compensata dalla dilatazione temporale che B subisce, sempre visto da A. Pertanto il rapporto fra spazio percorso e tempo trascorso resta costante, con il risultato che i cronometri di A e B segneranno lo stesso risultato.
Mi segui? Hai capito?

Io: No che non ti seguo! Non ho capito un cazzo di quello che hai detto?

Sebastiano: Immaginavo!
Vabè lascia stare le formule, pensa solo che Einstein con la rivoluzione delle legge sulla "relatività" e nello specifico “relativita` del sincronismo fra eventi concluse che di fatto gli orologi di A e B restano effettivamente sincroni, cioè segnano la stessa lettura, come imposto dalla assoluta simmetria della situazione, ma attenzione marciano a ritmo differente.

Io: Scusa Sebastiano, vuoi dirmi che se i ritmi sono differenti, entrambi i soggetti percorrono lo stesso tempo ma lo percepiscono e vivono in modo differente.

Sebastiano: Si!

Io: Come quando un musicista riferendosi ad una spartito musicale afferma teniamo lo stesso tempo ma proviamo a cambiarne il ritmo!

Sebastiano: Perfetto!

Io: Pazzesco! Quindi a secondo dei due diversi punti di vista, entrambi vivono il loro tempo in modo differente.
WOW, ma scusa Sebastiano posso farti una domanda?
Ma tu queste cose come le sai?

Sebastiano: Mio figlio Santino lascia sempre i suoi libri in giro, ed io che di notte soffro di insonnia ho iniziato a leggerli…

Io: Menomale Sebastiano che tuo figlio Santino non lascia in giro film porno in DVD...eh eh eh lupo!
Scherzi a parte, le tue considerazione sono molto interessanti, ne farò tesoro, ma non capisco ancora cosa ci azzecca con il discorso delle partenze che ti rende inevitabilmente triste!

Sebastiano: Come al solito non hai capito una mazza…siamo all’A B C con te…
la teoria della “relatività” spiegata attraverso il sincronismo degli eventi , ha di fatto dimostrato in maniera scientifica, quindi con codici matematici, quello già affermato dalla filosofia greca con Parmeide VI secolo A.C.
Per Parmeide ciò che esiste è ora, mentre passato e futuro non esistono (sono apparenze)
Einstein ha solo aggiunto che passato e futuro esistono dentro uno spazio ed un tempo, ma che tutti confluiscono in quello che noi viviamo ora!

Questo discorso Sebastiano l’aveva fatto in circa 6 lunghissime ore…
io ero stanco e sconvolto, lo salutai con un abbraccio seguito da una stretta di mano sicura, gli dissi che il suo caffè era stato offerto da me e che forse i bagni ormai si erano asciugati …
lui mi guardò e disse…
forse…
oggi c’è un sacco di umidità...