venerdì 27 aprile 2012

L'ultimo affitto "lntervallo" (fine)


Te la posso fare una domanda?
Lui: << Dimmi? >>
Lei: << Secondo te la nostra generazione che film sta vivendo? >>
Lui: << Domanda difficile...non lo so, credo che se fossimo un film, saremmo la visione peggiore che si possa dare;
siamo l’intervallo, un passaggio inutil… >>
Lei: << Ssssssssss…hai sentito? >>
Lui: << No! >>
Lei: << Cacchio è entrato qualcuno, pensavo di aver chiuso,
dopo averti visto entrare >>
Lui: << Credevo che non ti eri accorta che c’ero io. >>
Lei: << 103221 io ti conosco, tre giorni è la media dei tuoi ritardi, l’ottantadue percento dei film che hai affittato, li hai consegnati dopo tre giorni, era facilissimo.
Sssssss l’ho visto è un ragazzo, avrà 12 anni….
Lui: << Che numero di tessera ha lui?
Lei: << Non lo so. >>
Lui: << Come non lo sai? >>
Lei: << Sono anni che non vengono dodicenni in questo posto >>
Lui: << Gli faccio la tessera! >>
Lei: << Chi tu? Ma va, sei scemo. >>
Lui: <<Dai è facile no? >>
Lei: << Tu sei scemo, semmai vado io. >>

Ma Dario ad alta voce:

Lui: VENGO STO SISTEMANDO I NUOVI ARRIVI >>
Lei: << Ma sei matto? >>
Lui: << Federica io sono pronto ad affrontare il futuro, sono stufo di essere solo un intervallo, proverò ad uscire da questa sala di attesa che chiamiamo vita. >>

Poi rivolgendosi al ragazzo:

Lui: << ECCOMI! ARRIVOOOOOO!
Federica tranquilla, ho sempre voluto fare questo lavoro, al limite che possono fare licenziarmi? Io vado!
ECCOMI!
ECCOMI!
ARRIII…VO!
Ciao come ti chiami? >>
L: Luca
D: Ciao Luca, che posso fare per te?
L: Cercavo un film si chiama, “Io non ho paura”, c’è? >>
D: << Certo che c’è, ottima scelta, è un gran film, da Blockbuster trovi di tutto, dalle novità ai grandi classici, “Io non ho paura” è uno dei miei film preferiti.
Vado a prendertelo, è lì in fondo.
Dammi due secondi. >>

Qualche secondo dopo…

D: Ooooooh Federica, dove sono i film di Salvatores?
F: Commedie film italiani reparto, “classici”!
Dario?
D: << Si, dimmi! >>
F: << Stai andando bene! >>
D: << Grazie, pure tu, ti sei appena ricordata il mio nome, Federica sto tornando, preparami una tequila.
Allora, reparto film commedie italiane, zona “Classici”
Muccino…Muccino…..Tornatore….Tornat….eccolo Salvatores
“Mediterraneo”….”Marrakesc Espress”….”Nirv”.. trovato!
“Io non ho paura!”
Eccolo!
Arrivoooooooo…

Eccoti il film!
Bravo Luca, ottima scelta è un capolavoro, io ho letto pure il libro (di Niccolò Ammaniti!)
Salvatores è il numero uno Ammaniti segue al secondo, spaccano.…>>
L: Veramente ….
non è per me ma per la mia professoressa di lettere, la sua grande novità a scuola è quella di farci vedere ogni tanto un film …
noi gli avevamo detto che lo avremmo scaricato e salvato nella pen-drive e poi subito collegato al proiettore; ma che ci puoi fare? E’ un po’ ricoglionita!
Menomale che il prossimo anno se ne và in pensione, era ora!
Poi noi avevamo votato per vedere X-men in 3D, ma la scuola non ha nemmeno i soldi per gli occhialini.
Per questa cosa abbiamo fatto tre giorni di sciopero, ma alla fine l’abbiamo fatta contenta.
Tanto poi l’affitto lo paga la professoressa.
Comunque è stato un casino trovare questo negozio, a scuola questo posto non lo conosceva nessuno;
un consiglio: mettetela qualche insegna, fatela un po’ di pubblicità!








                        "The end"








sabato 14 aprile 2012

L'ultimo Affitto (secondo tempo)





Fu solo in quel momento che il dinosauro fece un sussulto, come un colpo di tosse.
Mentre baciava John Belusci lui sentì ridere.
Era una risata smorzata che diventava simile al ghigno di un maiale, ma che poi esplodeva più forte.
Guardò lo scaffale in fondo, cercando quel suono e vide spuntare dal ripiano in basso, le punte di quelle che erano due scarpe da tennis.
Lui: << Chi c’è lì? Elisa!
Ti ho visto cavolo! Ti ho visto esci!
Devo consegnare il film!
Lo dite voi, No More Late Fees! >>
Così s’incamminò verso le scarpette di gomma, parlando a voce alta:
<< Allora, devo tornare il film!
Cavolo alla cassa non c’è nessuno!
Ooh stai bene? >>
I suoi capelli rossi uscirono fuori, ed anche il suo corpo perfetto, coperto dai suoi jeans aderenti e da una camicia bianca.
Lei : << Sssssssssss …rompipalle! >>
Sei venuto a cercare il tuo solito film da intellettuale di sinistra? vaffanculo non ce n’è! >>
Lui: << Ooh ma sei scema! Ok!
Non vengo più, ti pago il film e basta; è più di mezzora che giro! >>
Lei : << Fermati! >>
Lui : << Che c’è? >>
Lei : << Cammina in modo tranquillo lateralmente alla parete, la telecamera registra tutto! >>
Lui : << Ma che cavolo me ne frega della telecamera, ti devo consegnare il film! >>
Lei: << Rompiballe! Poi te lo spiego!
Cammina tranquillo, vieni verso la zona film drammatici, gli ultimi dieci metri, dove mi trovo io, sono l’unico angolo del locale dove il raggio della telecamera non arriva. >>
Lui : << Ok!  Ok, va bene >>

Passi…passi…passi

Lei : << Ciao Rompiballe!
Benvenuto nell’unico angolo di liberta di questo negozio, piacere sono Federica. >>
Lui: << Federica? Ma se mi avevi detto che ti chiamavi Elisa! >>
Lei : << Io cambio sempre nome per evitare che qualcuno mi cerchi in qualche social network, scommetto che mi hai cercato su facebook!? >>
Lui: << Io?  No!
Abbiamo qui miss Blockbuster!
Ti vorrei ricordare che non sei l’unica donna che abita questo pianeta, e che al contrario iniziate ad essere troppe! >>
Lei : << Scusa, sbaglio oppure sto parlando con uno che ha appena baciato il poster di John Belusci? Siamo messi malino!
Se vuoi posso procuranti quello di Monica Bellucci! >>
Lui: << Sai una volta mi facevi simpatia, cioè fino a due secondi fa, che ci posso fare? A me piace lui!
E’ un problema? >>
Lei : << Tranquillo, non dirò a nessuno dei tuoi gusti strani, prometto!
Comunque vedi che non sono io che me la tiro, siete voi che siete troppo prevedibili, sempre uguali, avete in testa quella cosa lì è non vedete i dettagli.
Invece e’ nei dettagli che bisogna trovare l’amore. >>
Lui: << Scusa Federica, sempre se questo è il tuo vero nome, perché inizio ad avere dei seri dubbi, bella la frase dei dettagli, cioè condivido,
ma devo restituirti  il film.
E’ iniziata la partita ed io sono in un angolo del Blockbuster, con una ragazza che invece di lavorare gioca a nascondino e che ad ogni occasione cambia nome. >>
Lei : << Vedi che mi hai cercato tu! >>
Lui: << Cosaaa?
Ooh Miss DVD! Tu sei completamente fuori di testa, comunque ok!
Ok! Va bene!
Sai che ti dico? Me lo tengo il film, ho venti euro bastano? >>
Lei : << Cosa avevi preso?
Fa vedere? 




Bello!
“This  must be the place” con Sean Penn, lui è straordinario. >>
Lui: << Bè si, lui è un grande. >>
Lei : << Direi un gran film, ma non te lo avevo consigliato io, vero? >>
Lui: << No, questo no! >>
Lei : << Immaginavo! >>
Lui: << Cosa? >>
Lei : << Che non te l’avevo consigliato io. >>
Lui: << Perché? >>
Lei : << È un bel film, in realtà non esistono film belli o brutti, alla fine tutti ci permettono di vedere e di ascoltare quello che noi vogliamo vedere ed ascoltare, diciamo che sono un bel mezzo per conoscersi.
Comunque il film non puoi acquistarlo!
Perché dovrei farti lo scontrino ed io questa sera non faccio più scontrini! >>
Lui: << Perché? >>
Lei: << Siamo chiusi! >>
Lui: << Ma se sono entrato e sto parlando con la commessa del turno di notte, poi voi del Blockbuster non chiudete mai, aspetta come fa lo slogan:
“Make it a blockbuster night” >>
Lei: << Vaffanculo! Lo spettacolo è finito!
Closed!
Ed è finito anche per te, tessera numero 103221. >>
Lui: << Cavolo!
Come fai a ricordare a memoria il numero della mia tessera? >>
Lei: << E’ il mio lavoro, voglio dire era il mio lavoro.
Tessera numero 103221, nel 2004 a Novembre ti se superato, hai affittato quindici film ed è stato il tuo massimo.
Poi sei andato scendendo; ti sei messo a scaricare, vero? >>
Lui: << Chi io?  No! >>
Lei: << Tanto lo so che scarichi! >>
Lui: << Me li danno!
Vabè qualcuno ogni tanto l’ho scaricato, ma la maggior parte me li portano,
giuro! >>
Lei: << Tessera 103221 tu non lo sai, ma io ti conosco! >>
Lui: << Ma se non ci siamo mai parlati più di 20 secondi. >>
Lei: << Attraverso il Software del negozio, ho tracciato un identikit di quasi tutti i clienti. >>
Lui: << Non ho capito. >>
Lei: << Già dimenticavo di parlare con un uomo! >>
Lui: << Oh Miss DVD sezione simpatia! Datti una calmata! >>
Lei: << Parlo sul serio, tutto parte dalle scelte che fate voi clienti, per me era un modo per non far sembrare quei numeri solo numeri, ecco perché li ho memorizzati, è un trucco, funziona, i miei colleghi non ne ricordano nessuno, io quasi tutti.
Basta pensare che ogni tessera è un cliente, ogni cliente è un’emozione il cui riflesso è un film, così dalla mappa dei film, scopri la persona che viene qui! >>
Lui: << Pazzesco! >>
Lei: << Comunque non è solo dai film che ottieni indizi importanti, il carattere viene definito anche da un sacco di altre variabili:
se il cliente noleggia il film sempre di notte, se preferisce vedere film a Dicembre oppure a Marzo. Se è preciso nelle consegne, se non ha soldi per pagare un film rotto, se ad esempio vede solo commedie americane, se affitta i film di lunedì oppure per il week-end.
Le variabili  sono tantissime, bisogna stare attenti ai particolari. >>
Lui: << Tu sei completamente fuori! >>
Lei: << Neanche tu sei normale tessera 103221, comunque non eri in programma questa sera!
Il tuo solito ritardo ha cambiato il finale. >>
Lui: << Ma che finale? >>
Lei: << Ma li leggi i giornali?
Domani anche questo negozio della catena Blockbuster chiude, andiamo tutti a casa, fine…
“The End” , questa sera e’ il mio ultimo “turno di notte”. >>
Lui: << Non è possibile, il Blockbuster non può chiudere? >>
Lei: << Ed invece fattene una ragione, è ora che ti svegli!
Tu non eri previsto ed io avevo un programma. >>
Lui: << Che programma? >>
Lei: << Io questa sera non apro a nessuno, è l’ultima notte che passo in questa merda, ho uno zaino pieno di alcolici, resto qui e mi ubriaco,
Non me ne fotte più niente, e se mi sento male, vomiterò sui film di Valeria Marini.
Tu che fai, resti? >>
Lui: << Io se fossi in te vomiterei su “La morte dell’amore” con una sfavillante Anna Falchi!
Comunque no, non posso, grazie dell’invito, ma io vado, c’è la partita. >>
Lei: << 103221 posso dirti una cosa?
Pensi di stare meglio di me? >>
Mmmmm no!
Lei: << Ascoltami 103221, ci hanno dato i film gratis solo perché “noi” siamo il “prodotto venduto”, io e te siamo sulla stessa barca, sei d’accordo? >>
Lui: << Facciamo così, resto a condizione che mi lasci vomitare sui “cinepanettoni” di natale,
ok? >>
Lei: << Certo!
Allora sei il benvenuto, il bar, da adesso in poi, può servire super alcolici.
Sediamoci. >>
Lui: << Sediamoci è un parolone; dov’è? >>
Lei: << OOOh ma che rompiballe!
A terra!
Tessera 103221….>>
Lui: << Scusa Federica, basta con questo 103221! Che palle!
Io sono Dario…
Di…
A…
ERRE…
I
O! >>
Lei: << Non ci riesco, ti avevo detto che questo metodo funziona con i numeri, non che riuscissi ad associargli i nomi, per me tu sei 103221. >>
Lui: << Ma tu sei completamente matta! >>
Lei: << Non ci pensare….
Rum e pera? Va bene? >>
Lui: << Io veramente non bevo super alcolici. >>
Lei: << Oh ma che palle! Con Luigi mi sarei divertita di più.
Tieni e bevi tutto d’un fiato.
la vuoi sapere una cosa 103221? >>
Lui: << Vai. >>
Lei: << Tu sei venuto quì per anni, ma lo conosci David Cook?
Lui: << Mmm, David come? >>
Lei: << Cook? >>
Lui: << Mmmm…No! >>
Lei: << David Cook fu quello che a cui venne l’idea, nel 1985, di aprire questo parco giochi cinematografico, e ci fece  tantissimi soldi.
Ebbe a cena le più grandi star del cinema.
Un uomo che adesso vive a Dallas, in una villa gigantesca con tanto di piscina, con una moglie e due gatti, uno che le domeniche va a giocare a golf, per intenderci.
La mia vita è legata ad un uomo che lontano da qui, mentre la sua idea crolla, ride e mangia hamburger sul divano guardando la TV satellitare.
David Cooke sapeva che sarebbe finita in questo modo, ecco perché ha venduto tutto prima, ha investito i suoi soldi in altro, inventando poco dopo il telepass Americano; non mi chiedere cosa sia, mi fa schifo solo il pensiero; odio ogni forma di “pass” perché significa precludere a qualcun’altro di poter accedere a qualcosa.
A te piacciono i pass? >>
Lui: << No! >>
Lei: << Bravo 103221! >>
Ma ti rendi conto?
Ad un certo punto David Cook si è messo pure a vendere musica in internet!
Noi dovevamo combattere la pirateria che si diffondeva in rete, dicendo ai clienti:
<< Salve signore questo è in offerta a solo 19.99 centesimi, invece dei soliti 22 euro. >>
mentre il tuo Amministratore unico convinceva le multinazionali a vendere la musica in internet, anche a rischio che questa potesse essere scaricata facilmente.
103221 in questo posto non hanno mai fatto degli sconti veri per incrementare gli acquisti, MAI!
Semplicemente perché non gli interessava, erano tutti proiettati al dopo. >>
Alla fine David Cook si è pure occupato di sicurezza delle e-mail.
Hai presente quell’insieme di leggi complicatissime che permettono ad avvocati di guadagnare alle spalle delle Multinazionali?
Mi riferisco a quelle leggi che non capisce mai nessuno, anche se parlano di tutti noi; sto parlando della parola “Privacy”.
Io della “Privacy” ho capito una cosa sola:
sposta un mucchio di soldi!
Il vero problema è che David Cook non è mai andato contro le regole, non si è mai mosso nell’illegalità, perché lui è qualcosa di subdolo che si muove sopra ad ogni principio; lui è il mercato!
Mi sembra ieri quando ci fu l’inaugurazione del quarto Blockbuster americano, avevano pensato a tutto, quella volta un enorme pallone aerostatico sorvolò Holliwood.
Era il 1998, ti ricordi?
Lui: << Si! Ricordo il periodo.
Era l’era dei film a casa, nacquero infatti anche migliaia di pizzerie da asporto!
Quelle dove urlavi:
<<Due pizze con mozzarella di bufala da portare via! >>
Lei: <<  Oppure la classica:
tonno e cipolla … formato famiglia!
Lui: << Pizze fumanti ed oleose che una volta uscito dal locale poggiavi velocemente in macchina, per poi urlare:
<< No, porca miseriaaaaaaaaaaa! L’olio sul sedile! Lo sapevo sono un idiota! >>
La nostra generazione ha passato la sua giovinezza rinchiusa a casa, su divanetti scomodi di pelle avvolta in coperte giganti.
A farti compagnia bottiglie di birra e fiumi di patatine confezione max! >>
Lei: <<  Si, ma le più gusto fanno cacare! >>
Lui: << E’ vero. >>
Lei: <<  Luigi invece … sai chi è Luigi? >>
Lui: << Si lo so, il tuo collega, il fenomeno. >>
Lei: <<  Si lui!
Luigi quando guarda un film beve sempre una tisana, lo abbiamo preso per il culo per anni!
Nove anni fa quando accettai questo lavoro, ero felice, qui tutti eravamo contenti, sembravamo usciti dal telefilm “Friends”; ho pensato che gli americani fossero grandiosi, ti pagano per vendere film, cacchio è bellissimo!
Sembrava tutto un gioco, era talmente fantastico che nessuno si  è mai preso la briga di controllare bene il contratto di lavoro, di guardare quali erano i nostri diritti.
Così mentre attaccavamo i cartelloni della Disney, in mezzo a pesci pagliaccio chiamati “Nemo” non pensammo che il contratto della multinazionale che noleggia film aveva regole del tutto americane, erano contratti a tempo determinato, esenti da alcuni diritti fondamentali e che alle spalle non avevano nessun tipo di sindacato.
Non che i sindacati mi facciano molta simpatia, ma almeno sono una presenza confortevole, un fantasma buono.
Tipo Casper,  hai presente il fantasma della Disney?



Lui: << I sindacati come Casper, il fantasma della Disney?
Senti Federica non bere più, sei già ubriaca! >>
Lei: << 103221?
Ammazzati!
Noi  per anni siamo stati i più gentili, i più sorridenti ed i più eleganti, ma soprattutto eravamo i lavoratori più flessibili!
Così la nostra vita ci è scivolata di mano e tutti siamo rimasti sospesi.
Ecco la parola chiave per comprendere la generazione dei trentenni di ora:
“Sospesi”…
uno dei sinonimi di sospeso è “impiccato”, che dà però un senso più equo a tutto…
impiccati …
lo siamo stati per anni senza pensare minimamente di esserlo!
103221, quì dovevamo starci tutti un po’di mesi, io ero scritta in psicologia, Luigi in ingegneria!
Lui: << Lo sapevo, maglioncino a V con i rombi è classico da ingegnere! >>
Lei: << Luigi è una palla, lo sai perché?
Non sa prendersi in giro, e chi non ride di se stesso, ride per metà e si perde una parte importante. >>
Lui: << I maglioni a V sono una di quelle cose che le mamme adorano. >>
Lei: << Si è vero!
Io a mio figlio non metterò mai un maglione a V! >>
Lui: << Mai dire mai, i miei dicono di essere stati figli dei fiori nel ‘68, eppure il maglione a V ha catturato anche loro. >>
Lei: << Lotterò sempre contro ogni forma di maglioncino a V!
Ok? Va bene così? >>
Lui: << Si, molto meglio. >>
Lei: << Altro giro? Dammi il bicchiere.
Hai capito cosa voglio dire, per me doveva essere il modo più veloce per racimolare qualche soldo, per non dipendere dai miei, ma lavorando sono riuscita a dare solo nove materie, poi ho mollato l’università.
Ricordo ancora perfettamente quando ho fatto il colloquio, sembrava di entrare alla NASA, era difficilissimo, ci voleva un’ottima conoscenza dell’inglese, ma soprattutto loro osservavano i movimenti, per intenderci guardavano se eri un tipo scomposto o aggraziato.
(Non mi dire come facevano ma giuro che lo capivano, ed alla fine prendevano solo i secondi.)
Ci ricordavano sempre che Blockbuster è gentilezza, eleganza ma soprattutto pazienza.
STRONZIIIIII!!!!!!
Lui: << Sssssssss non urlare, magari oltre alle telecamere in questo posto c’è qualcosa che registra tutto. >>
Lei: << Può essere, da loro puoi aspettarti di tutto, vuoi tequila? >>
Lui: << Ok! >>
Lei: << Nell’immagine collettiva il commesso della Blockbuster doveva essere un amico, uno mai invadente, che sapeva proporre i film giusti, uno che non innervosiva mai i clienti, che si metteva sempre nei panni degli altri.
Mai prendere in giro il cliente, neanche quando chiede un film con un titolo in inglese che lui traduce in dialetto…
Solo una volta sono scoppiata a ridere, non ce l’ho fatta, colpa della tessera 295412, un uomo di mezza età con una pancione enorme, assomigliava a Super Mario, quello della Nintendo, hai presente no?
Una volta disse a voce alta:
“Finalmente signorina l’ho trovato questo cavolo di Gostbusters”




Lui: << Dai, bellissima questa.
Comunque sei scoppiata a ridere anche quando un pirla ha baciato Jhon Belusci >>
Lei: Hai ragione, lo sai che sei simpatico?
Magari però se ti aggiornassi un po’, con il taglio dei capelli, saresti pure più carino. >>
Lui: << Grazie, ma che hanno i miei capelli? >>
Lei: << Sono troppo da quindicenne. >>
Lui: << Lo faccio per sembrare più giovane. >>
Lei: << 103221, tu sei vecchio comunque! >>
Lui: << Federica?
Ammazzati!
Passa la bottiglia và! >>
Lei: << A te sembra una cosa facile, consigliare il film giusto è la cosa più difficile, devi capire cosa vuole in quel momento quella persona, ci vuole esperienza. Se consigli il film sbagliato il cliente non lo rivedi più,
L’esperienza non sta nel conoscere i film; quello pure, ma è soprattutto saper riconoscere l’umore e i desideri della gente.
La tessera 265212 ad esempio è quella di una signora appena diventata nonna, a lei mica puoi proporre la trilogia di Matrix oppure Johnny Mnemonic ma semmai:
“Pomodori verdi fritti alla fermata del treno”, “Chocolat”, “l’Albero di Atonia”
“A spasso con Daisy.” >>
Lui: << Gran Torino! >>
Lei: << Bravo! Anche perché no?! >>
La 265212 mi ha dato un sacco di soddisfazioni, fa la professoressa, ormai sarà in pensione; lei era uno dei miei identikit preferiti.
Comunque tu, tessera 103221, avevi una scelta ambigua dei film, come se molti non fossero scelti da te ma da qualcun altro.
Adesso che siamo in confidenza…
Possessiva lei? >>
Lui: << Cosa? >>
Lei: << Voglio dire…se sbagliavi il film, neanche dieci minuti e iniziava con la frase:
“questo film è orrendo”. >>
Lui: <<Alcune volte aveva ragione. >>
Lei: << Lo sapevo, lo sapevo! >>
Lui: <<Cosa? >>
Lei: << Che eri uno così! >>
Lui: <<Ora non Esageriamo. >>
Lei: << Esagerata un corno!
Lei non aveva mai ragione, la scelta di quel determinato film era un tuo riflesso, mica il suo; ci si forza a voler vedere un film che sia un compromesso, fino al punto di rottura.
Vedi persone sposate venire di notte ed affittare film di nascosto dalle mogli,
molti film di azione ma soprattutto porno, dipende da quanto sono messi male.
Comunque tu non sei arrivato a questo, sei stato bravo, hai iniziato a scegliere. >>
Lui: << Grazie. >>
Lei: << Ti sei salvato per un pelo; ti meriti, una bella vodka alla pesca!
 Eccoti servito.
103212  a parte richiedere film introvabili, tu nella vita che fai? >>
Lui: << Mi sono laureato, con fatica ma mi sono laureato, sono un fisico. Ho studiato per anni qualcosa di meraviglioso, ho esaminato i fenomeni del pianeta per provare a capire le leggi del mondo, per concludere che alla fine il mondo ha leggi che non capirò mai.
Ma non è questo il problema, la questione risiede nel fatto che studiamo le leggi della natura per deformarla, modificarla, la nostra ignoranza risiede nel fatto che crediamo di poterci mettere al di sopra di tutto quello che ci circonda, in questo modo l’uomo non ha fatto che peggiorare la propria vita.
Sono un ricercatore, di quelli da 800 euro al mese, per giunta a progetto.
Quindi hai poco da lamentarti, tu almeno hai perso un lavoro, io non sono mai stato assunto!
Lei: << Dove lavori? O meglio dove fai progetti sottopagati?
All’università, la pausa caffè è stata la causa della mia gastrite cronica, anche se ultimamente credo che lo sia anche Eleonora.
Lei: << Chi è? Tua moglie? >>
Lui: << No! La mia ragazza, cioè ex.
Sto con Eleonora da tredici anni, cioè stavo con Eleonora.
Il primo anno ero sicuro di sposarmi, questo desiderio è sceso a poco a poco, fino a concludere che è meglio non fare mai questo passo.
Si resta,come hai detto tu, sospesi, o per meglio dire impiccati.
Le storie d’amore dei trentenni di oggi sono fuochi ormai spenti, quello che resta dopo un falò, una gran festa, balli di gruppo, calore, tette, chitarre, percussioni e poi tutti a casa, da soli.
A trentadue anni lei mi dice che la sua vita è lontano da qui, Cina.
Lei: << Cavolo! >>
Lui: << Conosci Pechino? >>
Lei: << No! Deve essere bella? >>
Lui: << Insomma! Ci ho passato un mese, lei sorrideva, per me era il delirio!
Le ultime notti le ho passate nella hall di un albergo, guardando l’uomo al bancone che provava a restare sveglio.
E’ l’unica immagine che mi è rimasta del comunismo MADE IN CHINA.
Con Eleonora non andavano più d’accordo su nulla….
Lei vuole un futuro a Pechino, all’ambasciata,  io cerco una casa in campagna con l’orto ed un cane che scodinzoli quando torno.
Quindi arriva la frase classica:
Allora ci lasciamo?
In realtà si è già cosi lontani che lasciarsi fa meno male che togliersi un cerotto bagnato.
Quindi adesso sono senza un vero lavoro, senza donna, in una casa al centro (che divido con due ragazzi dieci anni fuori corso, due figli di papà che si sentono due rivoluzionari,)
mentre di Eleonora mi è rimasto solo il cane,
si chiama Pasquale e mangia per tre. >>
Lei: << Pasquale?
Ma che nome è? >>
Lui: << Meglio che 293756445 che dici? >>
Lei: << 103221 sai che ti dico?
Ammazzati! >>
Lui: << Eleonora Pasquale non può tenerlo, vive praticamente nell’appartamento più piccolo del mondo, non ha spazio e lui è un San Bernardo! >>
Lei: << Le hai indovinate tutte, eh?
Fatti un drink che è meglio, senti a me! 


(continua...)

domenica 8 aprile 2012

L'ultimo Affitto (Primo Tempo)



Dario quella sera posteggiò la macchina poco fuori dall’ingresso; una volta di  spazi liberi c’e ne erano pochissimi, bisognava fare il giro del quartiere due volte, ma adesso era diverso.
La scritta del negozio lampeggiava di fronte ai suoi occhi ed era gigantesca.
Il dinosauro di luci blu e gialle, che illuminava tutta la strada, non dormiva mai, era una cosa del tutto americana (quando si dice una “americanata” , tutti ne restano sorpresi ed abbagliati, e per finire inglobati, come fosse un enorme regalo, sfavillante, perfetto, bellissimo, invitante; ma con un piccolo problema, un volta aperto ti accorgi che è vuoto….)
Dario dopo aver fatto scattare la sicura centralizzata con il portachiavi, disse sottovoce:
 <<Tre giorni di ritardo, porca miseria!
I signori perfetti del Blockbuster, al solito, ti fregano sempre, tutti gentili con le supervantaggiose offerte, poi sgarri qualche giorno e giù con le mazzate economiche, arrivano a chiederti pure cinque euro al giorno, ladri!
A dirti sempre con quel sorriso da ebeti:
<< scusi la sua scheda è finita, dobbiamo rinnovarla!
La rinnoviamo?
Altrimenti deve pagare il film per intero >>
Percorrendo il marciapiede per entrare dentro la pancia del dinosauro lampeggiante sempre sveglio, pensò subito ad una risposta, in realtà una forma di giustificazione:
<< Ma loro che ne sanno dei miei casini, tre giorni di ritardo per consegnare un film possono capitare, ti vedi un film alle due di notte il sabato sera, dopo esserti bevuto una decina di birre, la domenica ti svegli tardi, decidi di partire per qualche posto, poi corri a lavoro, corri a fare la spesa, corri alla posta e infine corri da Eleonora che ha dato diritto internazionale dopo due anni, e solo poi, che sono circa tre giorni, consegni il film! >>
Prima che si aprisse la vetrata automatica, si ricordò di Elisa, la ragazza con i capelli rossi e pensò:
<< Speriamo che dentro ci sia Elisa….
dai dai!
Fa che oggi sia il suo turno, se c’è Luigi…che palle!
Sempre serio, pensa di sapere tutto di film e invece non ne capisce una mazza, uno che ti dice che Indipendece Day è un capolavoro è un deficiente, per giunta arrogante…
Poi voglio dire, ho capito, lavori tutto il giorno con una giacchetta che ti fa schifo, ma mica è colpa mia…
Elisa no, lei è un’altra cosa.
Elisa è fantastica, ma c’è qualcosa in più in lei rispetto alle altre ragazza carine, l’eleganza.
E’ l’eleganza dei gesti che la contraddistingue, quella che io chiamo e definisco vera "alta moda."
Una volta Dario riuscì a scambiarci due parole, e quella volta andò così:
Lei: << Cavolo bel film, complimenti! >>
Lui: << Si non vedo l’ora di vederlo.>>
Lei: << Buona serata allora.>>
Lui: << Grazie, come hai detto che ti chiami? Claudia? >>
Lei: << No! >>
Lui: Qualcosa che inizia con la C, giusto?
Lei : <<Si , sei sulla strada giusta. >>
Lui << Cristina! >>
Lei: << Io mi chiamo Elisa! Sempre Elisa.
Quella stanca di fare finta che i film che hai portato non hanno ritardo, qui per questa cosa ci fanno rimproveri bestiali, devi stare più attento!
Lo sai perché ti salvi con me? >>
Lui: << No! >>
Lei : << Uno: perché sei gentile, secondo perché non sono nuove uscite, o almeno non sono nuove uscite importanti. Per questo ti salvi, i tuoi film non li chiede nessuno, potrebbero stare fuori dei mesi! >>
Lui: << Questo potrebbe anche significare che ho gusti di merda giusto? >>
Lei: <<Si … potrebbe >>
Lui: << Grazie, gentilissima! Vabè ciao Elisa! >>
Ma rispetto al passato quella notte appariva diversa, appena dentro il pancione dell’enorme dinosauro a stelle e strisce, si guardò intorno, Il dinosauro dal nome Blockbuster stavolta dormiva davvero…
Lui: << Salve, buonasera…c’è nessuno? Ehi?
C’è nessuno qui???
C’è qualcuno alla cassa?
Scusate? >>
Continuò a guardarsi intorno per un po’, ma quella sera sembrava proprio non ci fosse nessuno a servirlo alla cassa…
Pensò che in quella situazione avrebbe potuto fregarsi tutto ed andarsene, un pensiero che andò via quasi subito:
<< Chi cacchio deve prenderseli i film, ormai li scaricano tutti , solo mia nonna e qualche altro rincoglionito non sanno ancora scaricare un film.>>
Pensò a qualcosa di più grave: e se qualcuno quella sera si era sentito male, magari era disteso dietro il bancone è lui non lo vedeva.
Guardando la cassa iniziò a chiamare a voce alta:
<< C’è nessuno? C’è nessuno li dietro?
Luigi!
Scusa Luigi?
Elisa!
Elisa?
Ma che cavolo…non c’è nessuno in questo negozio? >>
Ad ogni pausa seguiva un silenzio, che sapeva sempre più di silenzio;
più il silenzio prendeva consistenza, più la percezione di essere solo diventava grande.
Dario incominciò a guardarsi in giro, guardò sulle telecamere a circuito chiuso, poi girò attorno all’ enorme bancone, una volta davanti  alla cassa si sentì come un commesso della Blockbuster e si chiese:
<< Se fossi stato io a fare questo lavoro? Cosa avrei detto a chi consegnava un film in ritardo? >>
Capì quasi subito che mettersi nei panni dell’altro è la cosa più difficile al mondo…
Si immaginò Elisa accanto a lui che rideva, poi però un'altra visione prese il sopravvento:
Avrebbe dovuto mettersi la giacca…
<< No! Non esiste proprio! >>
Facendo scivolare la mano sull’enorme bancone lucido disse a se stesso:
<< Io l’avrei fatto bene questo lavoro.
Certo sorrisini fasulli e commenti del tipo:
Signora ottima scelta TITANIC è bellissimo!
Undici premi oscar! Leonardo Di Caprio è una leggenda! >>
Arrivò presto ad un’altra conclusione, lui quel lavoro non poteva farlo, non ci sarebbe mai riuscito.
A quel punto iniziò a parlare a voce alta:
<< Scusate sono le otto e dieci, cavolo ragazzi stasera c’è la Champions Leage,  c’è Barcellona - Milan, daiiiiiiii!
Luigiiiiiiiiiii
Elisaaaaaaaaaaa, come si chiama quell’altro nuovo?
C’è nessunoooooooooo? Devo consegnare un film! >>
Allora iniziò a percorrere il corridoio straripante di film, superando prima la sezione avventura e poi quella di fantascienza; i suoi occhi caddero nella zona Horror capeggiata dal poster di Scream, si ricordò di quel film, geniale quanto stupido e pensò alla frase che recita uno dei protagonisti nonché uno degli assassini:
<< “La vita è come un film, c’è solo una differenza, non puoi conoscere il finale” >>





Iniziò a camminare per i corridoi ed a fargli compagnia solo il rumore dei suoi passi, ogni tanto lenti a volte più veloci.
Poi il fiatone ed ancora silenzio.
<< C’è nessuno! Scusate?
Devo tornare un film!
Cacchio avete pure un insegna che dice “No More Late Fees” >>
Silenzio
Il suo sguardo iniziò a farsi più attento, cercando negli angoli del pancione gigante, che si ricordava enorme ma mai come quella sera.
Passi …passi …. Passi….fiatone ….
e poi silenzio, sempre più silenzio!
Fino a quando si trovò di fronte alle sagome enormi di John Belusci e di Dan Aykroyd .
Il ciccione e lo smilzo, la leggenda ed il racconto.
A quel punto Dario si guardò intorno, prima a destra e poi a sinistra, poi di nuovo a destra verso l’ingresso, e ormai sicuro di essere solo, si avvicinò a Jhon Belusci e lo bacio sulle labbra di cartone plastificato.





 (continua ...)