domenica 31 marzo 2013

La vita è un flipper...


10 febbraio Palermo: nell'aula bunker dell'Ucciardone si apre il maxi processo contro la mafia
1 marzo – Italia: viene istituita l’Agenzia per la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno, che prende il posto della Cassa per il Mezzogiorno18 marzo Milano: il tribunale di Milano condanna all'ergastolo Michele Sindona quale mandante  
26 aprile – Cernobyl (Ucraina): incidente alla centrale nucleare, reattore n.4 (esplosione non nucleare). Nei giorni seguenti una nube radioattiva contaminerà buona parte dell'Europa. Le conseguenze del disastro sulla popolazione locale dureranno per decenni                      
29 giugno – Città del Messico – l'Argentina di Maradona sconfigge allo stadio Azteca la Germania Ovest per tre a due nella finale della tredicesima edizione del Campionato mondiale di Calcio]
12 luglio – Londra: i Queen suonano allo stadio di Wembley in uno storico concerto durante la loro ultima tournée, il Magic Tour. Da questa esibizione viene tratto l'album dal vivo Live at Wembley '86.
28 luglio – Michail Gorbačëv annuncia un parziale ritiro delle truppe sovietiche dall'Afghanistan
1 ottobre – Italia: esce il primo numero della serie a fumetti Dylan Dog


Quell’anno sono successe un sacco di cose, ma io il 1986 non lo ricordo per tutte le cose descritte sopra...
ma per una domenica di dicembre, 
quando l'alito non riusciva a scaldare le mani, la brina sulla finestra ti permetteva di fare disegni, e quando usare le dita per pulire la scodella della crema, lasciata incustodita da tua madre durante la preparazione di una crostata, era ancora lecito...
Una domenica immersa nei frusci della radio quando perde le frequenze, fenomeno che si verificava puntualmente, tutte le volte in cui uno dei cronisti durante la radiocronaca, esclamava il famoso tormentone degli amanti del calcio e del totocalcio degli anni 80…
quelle due parole che spalancavano emozioni incontrollate…
"scusa Ameri" ... 
a questi due vocaboli, tutte le domeniche a casa mia, seguiva implacabile il 

shhshshhhhhhhhhhhh della radio
poi il 
nooooooooooooo di mio padre

Questo fenomeno generava in mio padre una reazione ormai inconscia, uno scatto improvviso, simile ad un portiere che compie un miracolo con un colpo di reni …
lui schizzava via dal divano lanciava la schedina in aria e infine balzava verso l'antenna, una volta avventatosi sopra, con la mano dava una pacca nella parte esterna della carcassa di plastica...
a quel punto, la radio si rimetteva a posto,  il riassetto faceva seguire la notizia del risultato, che molto spesso non era mai quello atteso ...
allora mio padre riprendeva la schedina si buttava nuovamente sul divano e mandava a quel paese Aldo Moscardino...
collega di lavoro con cui condivideva l’ufficio da circa 25 anni.
Nella lingua di mio padre, Catanese dalla nascita, Moscardino perdeva la “r” diventando Moscaddino.
Non ho capito subito il motivo dell’odio di mio padre per questo uomo, diciamo che questo concetto mi era stato impartito forse in maniera incondizionata dai miei, un po’ come succede con una “buona” regola di educazione…
tipo:
non devi giocare a pallone in casa,
non devi litigare con tua sorella
devi fare i compiti
devi odiare Moscardino
ecc…ecc…
Di Moscardino tramite le maledizioni di mio padre alla fine delle partite, sapevo quasi tutto…
un passato da hippy in giro per l’italia, a cui seguirono anni di contestazione contro il sistema capitalistico, che lo portarono dopo diverse peripezie al posto fisso che a quel tempo si chiamava "Enel".
Spesso i miei dicevano che Moscardino non capiva un cazzo di politica, a scuola invece dicevano che sua moglie era una “zoccola”, mia sorella sosteneva che Erika e Francesca, le sue due figlie, erano bugiarde e presuntuose, ed infine la signora Elvira, la loro vicina di casa, diceva che il loro cane di nome Rosco (molto probabilmente da Hazzard, telefilm amato dalle figlie) era odioso, abbaiava sempre e lasciava in giro un sacco di pelo.
Ad essere sincero a me Moscardino stava simpatico, la sua mania per l’elettronica lo aveva spinto a sistemare un flipper meraviglioso che teneva in garage…
Quando lui era nervoso scendeva in garage ed iniziava una partita, che voleva dire agitarsi e contorcersi facendo piccoli scatti veloci, diventando come diceva lui,
una cosa sola:
Praticamente un ammasso di sudore,
luci,
metallo e suoni elettronici.
Una delle sue frasi storiche era:
tu ed il flipper dovete avere un solo respiro”
in sostanza per me il signore Moscardino era una figura greca, mezzo uomo e mezzo flipper, immerso nell’energia elettrica lui trovava il modo per rilassarsi e riuscire a dormire tranquillo…
Tutto questo lo aveva detto a mio padre quando per una visita di cortesia andammo a trovarlo…
Raccontò che una sera era talmente nervoso ma concentrato che riuscì a totalizzare il record, con addirittura 25 palline di bonus…
Durante il suo racconto si fermo, mi guardò dritto negli occhi e disse:
<<
Quella volta le palline era così tante che piovevano dal cielo …
Il cielo si svuotò, niente più riferimenti intorno a me, tutto era nero, 
Le stelle dalle forme circolari dentro questa città di vetro e metallo presero le direzioni più imprevedibili…
In quel momento se ti lasci andare…vinci! 
Con la mano fece finta di avere una pistola la punto verso di me e fece finta di sparare 
Bang!!! >>



Mio padre fermò il suo racconto con un secco…

<< Moscaddino basta minchiate, parliamo invece di cose serie, quanto viene la schedina questa settima??? >>


Quel giorno il loro dialogo venne assorbito dai numeri, ed io mi avvicinai al flipper, lanciai per la mia prima pallina, ma diedi poca forza…
così la pallina tornò presto indietro e nessuna cosa si illuminò.
Moscardino sognava di andare in india con moglie e figlie, mentre mio padre sognava di non vedere più per il resto della sua vita Moscardino, solo una cosa quindi univa queste due anime molto differenti, il loro destino e i loro sogni erano legati ad un numero da realizzare:
 il 13”
Moscardino era uno che oltre al fango di Woodstook nelle scarpe, ed il flipper in garage, era un genio dei computers, un programmatore eccezionale, proprio lui aveva elaborato un sistema senza eguali per potere vincere al totocalcio (almeno questo diceva lui), fatto che però veniva confermato da tutti i colleghi di lavoro, tra cui mio padre, a cui spesso dopo la consulenza sulle probabilità dei risultati in schedina, gli scappava a voce bassa ….
È il più grande figlio di puttan…che conosco!
Tornando a quella domenica di dicembre del 1986 posso dirvi che il 13 al totocalcio sembrava ormai cosa fatta…
mio padre aveva anche provato a chiamare inutilmente Mostardino al telefono, continuava a ripetere con la cornetta in mano e la radio a volume esagerato:
dai che ci siamo…daiiiiiiiii
Poi la radiocronaca annunciò il classico…
“Scusa Ameri”
quindi fece seguito il classico:
shhshshhhhhhhhhhhh della radio
il nooooooooooooo di mio padre
poi
tre metri di corsa, che si conclusero con un pugno laterale alla carcassa della radio…
La frequenza ritornò ad emettere un suono comprensibile 
<< Dal Meazza comunichiamo sssshshhhssss
ssssshhhhmilan
Ha segnato il sshhhsss 
M
sshhhh 

an …. 
Paolo Virdis con un impetuoso stacco di testa, su assist del temutissimo Hatley
milan in vantaggio
Milan 2 inter 1 >> 

Nooooooooooooooooooo 
Vaff….
aaaaaaaaaaaa 
Nooooooooooooooooooo Mosatddinooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
Poi un pugno più forte uccise la radio per sempre …

Ssssssssshhhhhssshhhhhhhh

Si chiamava Hatley  chiamato dai tifosi del Milan Attila “Il flagello di dio”
Acquistato dal Milan pre-berlusconi nel 1984 dove rimase fino al 1986, gli amanti del calcio se lo ricordano perché quella domenica al San Siro lui volò in cielo, fece uno stacco impetuoso sul suo marcatore, assist per Paolo Virdis e derby al milan.
Non succedeva da anni, il divario tecnico fra le due squadre di Milano fino a quel giorno era stato enorme, in realtà Hatley, si rivelò un pacco enorme, segnò pochissimi goal, fu uno degli attaccanti meno riusciti della storia del Milan …ma fu il segnale che il vento stava per cambiare….

Lo dicevano soprattutto due volti nuovi e ricchi del nuovo Milan…
Due pelate dal sorriso facile, con orologi, scarpe, giacche, penne e anche le mutante rigorosamente di marca…
presto arrivò la notizia ufficiale..
il 20 febbraio del 1986 l’imprenditore Silvio Berlusconi acquistava l’associazione sportiva calcio Milan, al suo fianco Adriano Galliani che venne nominato direttore sportivo…
Fu così che Attila e gli Unni lasciarono il posto a persone più pericolose e senza scrupoli, più cruenti e più ingordi di potere…
i longobardi!
Quella domenica mio padre si butto impotente sul divano, il suo sguardo si perse a guardare il soffitto bianco…
Restò lì, fermo per 6 lunghissime ore, non mangiò non guardò la televisione.
Per capire bene quella reazione, io ci misi parecchi anni, ma mettendo insieme tutte le informazioni, venni a scoprire che in realtà quella fu l'ultima schedina giocata insieme da mio padre e Moscardino....
Tutto a causa di una lite furibonda proprio prima di quel derby, sembrerebbe che Moscardino disse a mio padre che il Milan con il nuovo presidente  in tribuna avrebbe compiuto l'impresa ...
lui la definì una vera profezia, annunciata durante un sogno dopo aver fumato dell'ottima erba olandese.
secondo lui la P2 aveva indicato la figura di Silvio Berlusconi come l'uomo giusto per tenere insieme le forze politiche del paese per i prossimi 30 anni...potere che avrebbe esercitato attraverso un uso incontrastato dei media in suo possesso, partendo anche  da una legge fatta su misura per lui, la famosa legge Mammì.
Legge che di fatto sanciva la fine della democrazia e l'inizio di una nuova dittatura, forse più lunga da instaurare rispetto a quelle precedenti, forse diversa nei modi, apparentemente meno violenta...ma più subdola…
Nella profezia Moscardino parlò di geopolitica, dei rapporti economici  fra Italia e la Libia, dei partiti che avrebbero ucciso i sindacati e di una classe politica che avrebbe portato molto presto il paese alla deriva, producendo grandissime ingiustizie sociali...
Presto il concetto del pubblico sarebbe stato ridicolizzato a favore del privato,
i diritti del lavoro stracciati, 
la mafia dell'edilizia avrebbe dato vita a condoni tombali e gli uomini avrebbero parlato in strada solo di calcio .... 
... concluse il suo monologo battendo la schedina sul tavolo, ed affermando:

<< Se non ci credi vai allo stadio, vedrai anche qualcuno che non ci è andato mai,
ho visto Craxi che esulta dopo il goal, il milan vincerà la partita! >>

Mio padre rispose che quella era l’ultima volta che stava a sentire le storie si Moscardino, che era stanco delle sue teorie riguardanti i complotti e che doveva smetterla di farsi le canne a 40 anni, che gli hippy erano morti e che la festa era finita!
Concluse urlando che avrebbe messo la vittoria dell'inter in schedina...
Stanco di buttare i suoi soldi.

Ma questo celava una grande verità:
mio padre era soprattutto un accanito socialista!!!
Per essere precisi tessera n°346, carta che sbandierò in faccia alle parole di Moscardino….
A tutto questo va aggiunta un’altra storia raccontata da mia sorella molti anni dopo, questa versione vedeva mio padre all'età di 20 anni un giovane Hippy , che ascoltava Yesterday con tanto di pantalone a zampa....
Secondo il suo racconto, sembrerebbe che al tempo lui fosse innamorato di una ragazza che portava sempre un cerchietto di fiori viola, che però lo lasciò in tronco per sposare un giovane avvocato...
fu una brutta botta per lui, avevano pure deciso di comprare una piccola casa in toscana avvolta nella natura...
ma in una giornata di pioggia e vento freddo, lei fece le valigie e parti con un'altro a Parigi,
addirittura il detective di mia sorella riuscì pure a risalire ad in una foto durante una manifestazione in cui si vedono tutti e tre,
....lui, lei, l'altro...
e indovinate un pò ...
l'altro era preciso a Moscardino!!!
Tenendo in considerazione tutte queste vicende, potete immaginare come sono andati i fatti … come sono stati i mesi successivi…
le due schedine giocate in modo differente, crearono una rottura definitiva fra mio padre e Moscardino…
il distacco divenne poi anche geografico, dopo circa un mese, arrivò una cartolina che ritraeva persone con vestiti colorati fare il bagno in un fiume….
Tornando a quella domenica del 1986, dopo aver visto morire una radio,
e aver assistito ad un silenzio che faceva venire i brividi…
mio padre dopo sei lunghissime ore sul divano uscì dal coma profondo in cui era finito.
Il suo corposi mosse e guardandomi in modo serio mi chiese:
Che dici andiamo al cinema?
Dai prendi il giubotto si va al cinema!!!
Io scesi subito dalla sedia, uscì correndo dalla cucina e raggiunsi una velocità considerevole nel corridoio, mi arrestai di colpo e lasciai scivolare le 
scarpe sul pavimento, in modo da fare la curva ed entrare in camera mia...
fui velocissimo, quando tornai mi fermai sulla porta della cucina, a cui fece seguito
un mio :
Pronto!
...andiamo papà?
I miei non mi sentirono arrivare perchè stavano parlando animatamente, 
mia madre gesticolava e ricordo ancora il suo discorso...
Ma ti sembra che un bambino di 9 anni può vedere "Cobra" di Silvester Stallone....tu non sei normale?
un film dove un tizio spara su tutto quello che gli capita per salvare una donna...ti sembra una cosa saggia!!!
Hai ragione doveva lasciare tutti gli altri e sparare solo sulla donna!! 
Che simpatico che sei! Si scherza ... scherza pure! La mia risposta è no!
Invece la mia risposta è Si!
Certo che può vederlo Il fatto che questo è un brutto mondo non significa 
che lui non debba conoscerlo...
Tu che ne sai degli effetti delle immagini su un bambino di 9 anni...te lo dico io non sai nulla!!!
Esagerata, ... ti vorrei ricordare che eri incinta quando hai visto lo squalo al cinema ed il parto è andato bene, non hai dato vita ad un pesce martello ...
o sbaglio?
Poi cobra combatte contro il male per far vincere il bene...
Bravo, violenza che giustifica violenza...prova a spiegarlo ad un bambino di 9 anni...
sei veramente superfic...
A quel punto io interruppi la discussione:


Mamma ma cobra uccide i cattivi!!!

Loro si girarono di colpo verso di me, in cucina piombo un silenzio che durò molti secondi...
poi un sospiro di mia madre...
ed un:
"Bene! Allora andiamo" di mio padre.... 
Prima di aprire la porta, mi mise il cappuccio in testa, aggiunse fuori fa freddo…
 andiamo a vedere un film per uomini!




Tutte queste cose riguardanti il 1986 mi tornarono in mente improvvisamente quando chiusi lo sportello della mia macchina ... 
il flipper..la schedina
…Hatley …Berlusconi che ride …le torte al cacao…
l’odore della sala … il tessuto di velluto delle tende …
il mio biglietto ridotto…il fascio di luce della cinepresa con il pulviscolo che gli danza in mezzo…
la donna ingrassata che fa il biglietto...
le tette di Brigitte Nilsen e gli occhiali a goccia di Silvester Stallone 
tutto adesso,
il 26 gennaio 2013, 
la bellezza di 27 anni dopo...
Io e mio padre adesso siamo più vecchi e le nostre posizioni in macchina si sono invertite....

Abbiamo appena visto Django, che per dirla come lui è:
“un film per uomini”
accanto a me presenta un aria soddisfatta, sarà stato aver visto nuovamente Franco Nero…
gli chiedo:


oh? e allora?
bello Django, finalmente un film per uomini...
mmmmm 
Che significa mmmmm...
Papà sempre con questa storia che i film di una volta, ovviamente quelli degli anni 70 sul west sono sempre superiori, mi sono rotto…
Stavolta questo che ha che non va? 
Credo la sceneggiatura, nei film di Sergio Leone si respirava qualcosa di diverso...
Django cerca per tutto il film la sua donna, tutto ha un suo inizio ed una fine…lineare…anche un po’ scontata secondo me…
Nei film di Sergio Leone il protagonista Klimt Easstwood cosa cerca?
Cosa cerca?
Voglio dire che e’ facile tifare per Django, lui è un nero in catene durante lo schiavismo, ti appare immediato il concetto di bene e male …
lui rappresenta in questo caso il bene che sfida il male…
sai meglio di me che il male nei film americani non vince mai, di conseguenza ogni scena è prevedibile…
Ora ti chiedo:
Clint Eastwood era un buono oppure no?
Per tutta la durata del film non lo sai…
rappresenta il bene?
Ecco io risponderei di no, almeno non in senso assoluto, rappresenta un simbolo, chiaramente la sua interpretazione è del tutto soggettiva, lascia che siano gli eventi e le situazioni dello spazio cinematografico la lettura del film….

Ma c’è molto di più …

Il vecchio Clint nei film di Sergio Leone non si innamora mai. Hai presente nei suoi film l’inquadratura della telecamera che descrive sempre i suoi viaggi prima da dietro poi dall'alto, lui ed il cavallo, il cavallo e lui...
Un po’ di deserto… poi di nuovo lui ed il cavallo…il cavallo e lui…
Molto probabilmente a telecamere spente, Clint si faceva piccolo piccolo, si nascondeva dietro una pietra e piangeva per tre settimane di fila...
questo noi non possiamo saperlo….ma possiamo dire che era un vincente …
 In quel momento mi venne in mente nuovamente Moscardino, lo vidi passeggiare con il suo flipper per le strade di Bombay, in mezzo a mucche sacre e santoni che pregano…
Poi guardando mio padre, ragionai sul fatto che la vita….
è tutta una carambola...
 una collisione imperfetta 
un cambio di direzione improvviso...
in una sola parola...


un flipper!