domenica 29 maggio 2011

Le luci della centrale elettrica....consumano!

Continuo ad ascoltarlo ed ogni volta un dubbio mi assale, poi scompare, per poi riapparire di nuovo…
Vasco Brondi (le luci della centrale elettrica) è davvero il fenomeno generazionale più importante di questi ultimi anni?

Così mi informo….
Il ragazzo che parla di lamiere arrugginite, di strade di periferia, di piazze vuote e di saracinesche abbassate è di Ferrara,
che scopro essere una delle città più ricche e anche più in salute d’Italia, questo pone ulteriore curiosità…così continuo la mia ricerca…

una delle ultime notizie rende nota la partecipazione di Vasco brondi al festival del giornalismo, che si tiene ogni anno a Perugia, rivolto soprattutto a tutto ciò che può essere il tentativo di far transitare nuovi messaggi, un nuovo modo di fare informazione e di comunicare, che non passi da Vespa o da Fede…che poi non significa altro che passare per forza da Berlusconi!
A Perugia ci sono stati i nomi più importanti di una nuova controcultura, tutti dall'avvocato di julian Assange a Ligabue e Carmen Consoli, passando da Al Gore per arrivare a Saviano.
La prima cosa che penso a questo punto è:
Cavolo! Vi rendete conto sappiamo da quanti giorni Carla Bruni finge di essere incinta, e non sappiamo quasi nulla del festival del giornalismo….dopo una lunga e snervante meditazione sono giunto ad una considerazone:

Sarkozi e Carla bruni daranno vita ad un gremlins!

Nella mia testa nasce una nuova domanda ma Perché in un festival di controinformazione hanno invitato Vasco Brondi? Bella domanda, sto studiano anche questo…
Vi chiederete, allora perché scrivi?
La risposta e che nell’incertezza sto cercando la risposta….

Io infatti partirei dall’incertezza…
secondo me è la condizione in cui vertono tutti (chi più chi meno) in questo paese.
Ricordo mio padre che una volta mi disse scegliti un lavoro da questo ne nascerà l’esigenza di scegliere una casa e poi di scegliere una donna in quel momento sceglierai di farti una famiglia, aspettando di cercare te stesso e di vivere nel modo più tranquillo possibile gli ultimi anni della tua vita….
Questa sarà forse riduttivo, monotono, piatto per qualcuno, ma almeno era basato su certezze….

Adesso abbiamo un lavoro a tempo determinato che dovremo più o meno presto lasciare, non possiamo decidere un luogo dove vivere, non possiamo comprare una casa, non possiamo farci una famiglia e passeremo tutta la vita a cercare, non conoscendo mai noi stessi, semplicemente perché non abbiamo scelto nulla!

Se alla vita togli le scelte …
tu chi sei?

Dicono che dopo la generazione senza volto senza ideali, senza sogni, definita la generazione X, questa abbia consegnato la staffetta ad una nuova generazione che invece ha un volto, ed ha anche un’altra ben precisa definizione, una generazione che è stata “deturpata” dai sogni
(inizio a scrivere come Vasco Brondi “deturpata”, come “spiagge deturpate” il suo libro, che per continuare a raccontarla alla Brondi, “dove preservativi usati tracciano lenze di pescatori, che manomettono lidi…”.

Lo sapevo….lo sapevo, cazz…Mi ha contagiato!!!

Comunque sembra che questa generazione abbia una definizione ben chiara, battezzata da tutti “Generazione P”
chiaramente P non sta per picchiativilla to cul… ma una cosa molto simile, Generazione Precaria.

Per dirla breve siamo la generazione che dell’incertezza ne ha dovuto fare uno stile di vita…in altre parole siamo il “Caos”, atomi impazziti che collassato fra loro, uno stato di entropia in cui siamo perennemente avvolti, che rende tutto letteralmente impalpabile….
Così Vasco Brondi è stato eletto il portavoce della “Generazion P”.
Di Vasco Brondi, mi innervosisce il fatto che dopo aver ascoltato per 36.000.000.0000 volte una sua canzone non l’ho ancora imparata a memoria, inoltre non so se avete provato, più le ascolto, più mi perdo fra le parole difficili e cupe,
succede così che al posto delle originali uso altre parole che sono secondo me altrettanto belle …ed è così che la trasformazione avviene…ti stai Brondizzando!

Il na na nanana na na lo metti sempre è un classico,
ma la differenza con altre canzoni che non ricordi e che provi a cantare, sta nel fatto, che qui capisci che ci sta sempre quello che hai dentro, e che potresti continuare per ore finchè il vicino di casa non bussa alla tua porta…vicino che chiaramente, calato nella parte Brondiana, tu confonderai con un poliziotto della Digos!

Ho scoperto che anche Vasco Brondi, non ricorda i testi delle sue canzoni e spesso porta con lui il paroliere, qualcuno racconta che una volta ha confuso la sequenza dei fogli ed è venuto un concerto pauroso…si dice che quella sera, quasi nessuno si accorse della differenza e che molti esclamarono da sotto il palco:
questo momento è irripetibile!

Continuo ad ascoltare con molta attenzione per combattere l’acne, io che pensavo che per l’acne ci voleva solo una cremina consigliata dal farmacista….
Invece il Brondi ti apre un mondo….
Un mondo che conoscevi, ma era nascosto,
lui è bravo perché suscita nella mente la poesia che in fondo appartiene a tutti noi,
ora vi chiedo vi sta regalando poesia, oppure se la sta prendendo?
mi piace quando fa….
“lavarsi i denti con le antenne delle televisioni mentre c’è la pubblicità….”
Che io ho pensato subito, cavolo ma come fai a lavarti i denti senza dentifricio?
io avrei messo al suo posto “lavarsi i denti con le antenne delle televisioni con un dentifricio che sa di ruggine, mentre c’è la pubblicità”
Comunque ho capito una cosa….
che lui sulla nostra poesia che si alimenta di incertezza, si sta facendo i soldi!
Non lo trovo giusto cavolo!
Sta usando tutto il nostro dolore, tutto quello che abbiamo vissuto, si è preso tutto quello che i nostri occhi lucidi hanno visto, tutta la spazzatura che abbiamo mangiato e vomitato, per poi alla fine vederla, la bellezza…
Così lui canta qualcosa di apparentemente incomprensibile…ma che è tanto familiare che è semplicemente l’aria che respiriamo…

Ora si può criticare cercando di capirlo, intanto lui e noi stiamo diventando la stessa cosa…sono io che assomiglio a lui, oppure lui che assomiglia a me?

Ma soprattutto continuo a soffermarmi nella sua frase più fastidiosa:

“E chissà cosa diremo ai figli che non avremo in questi cazzo di anni zero”???

A cui fa seguito sempre una mia risposta troppo nervosa, che fa più o meno così:

“Senti Ricciolino di 30 anni con la pelle da 15 enne che ha sconfitto l’acne, ora stai esagerando,
perché saranno pure i figli che non avrò, ma sono i miei! Quindi cerca di portare rispetto,
perchè ognuno educa i figli che non avrà,
come lo ritiene più giusto!”
E che palleeeeee!


mercoledì 11 maggio 2011

C'era una volta...una gran paura di vivere....

C’era una volta,
non tanto tempo fa, una gran paura di vivere che si sciolse come neve al sole
….
Come ogni anno l'inverno era arrivato e con lui anche il momento del grande sonno per la numerosa famiglia dei porcospini.
Il letargo significava però per tutti i porcospini soprattutto una enorme paura...una paura che tramandavano ormai da generazione a generazione, nessuno poteva salvarsi.
Da milioni di anni per tutti i porcospini la più grossa paura era quella di superare il grande freddo.
Bisognava lottare ogni anno per vincere il gelo,
metri di strati di neve, burrasche e vento che abbatteva alberi giganti…
Ma una volta superato il peggio, vincere significava rivedere i colori della primavera.... passare dal nero delle tenebre alla scoperta dell'azzurro del cielo...all'improvviso, come se miliardi di fuochi d'artificio esplodessero tutti contemporaneamente dando vita ad infinite sfumature di colore..

Così speranzose, le numerose comunità di porcospini, ogni anno con timore chiudevano gli occhi....sperando di poterli riaprire...
Qualche vecchio porcospino, che non veniva ascoltato tanto dai più giovani, continuava a ripetere che Il destino avrebbe fatto tutto...che solo Dio può decidere per noi e della nostra esistenza,
almeno questo gli avevano detto nei primi anni della loro vita nella terra, quando tutti credevano nella religione…
Ma con il passare degli anni qualche porcospino con un libro sotto il braccio, occhialini, e barba lunga iniziò a spiegare che se volevano sopravvivere, altro che destino...
Bisognava lottare tutti, uniti tutti allo stesso modo, che conformarsi al destino significa morire!
Da qui l'idea di organizzarsi …bisognava stringersi l’uno all'altro in modo che il calore del corpo di ognuno avrebbe riscaldato l'altro.
Con il tempo i porcospini impararono ad incastrarsi perfettamente ed a superare il temutissimo freddo...
Anche l'inverno del 45' che a detta di tutti i porcospini del mondo era stato il più terribile di tutti...
Con il passare delle generazioni, osservando attentamente le cose, molti porcospini non sembravano essere felici, il problema stava nel fatto che a furia di stringersi tutti, quei grossi aghi facevano male, così succedeva inevitabilmente che tutte le sofferenze e le infelicità di ognuno venivano assorbite indistintamente da tutti gli altri...

Un giorno un piccolo porcospino ribelle salì sopra due suoi simili per farsi notare, e gridò a tutti quanti: “Voi non vi abbracciate per stare vicini e per scambiarvi calore e affetto, questo vi ha fatto perdere di vista la vostra vera natura, secondo me è la paura di morire e di restare soli che vi fa stare vicini l'uno all'altro. Ma lo sapete che ognuno di voi possiede e sviluppa già un calore a sufficienza per poter vivere? Io dormirò da solo questo inverno...sono stanco di subire tutte le vostre pene!”
Alcuni porcospini lo guardarono sconvolti, qualcuno disse che era solo un pazzo, uno che aveva perso la ragione, altri non ebbero il coraggio di rispondere, mentre i molti non lo ascoltarono neanche, presi com’erano da ordinarsi in modo da non sentire freddo…
La storia racconta che quell'inverno fu freddissimo e che il freddo quell'anno uccise addirittura tori, leoni e anche coccodrilli.
Fu così che tutte le colonie dei porcospini vennero inghiottite dal buio...
Ma in un angolo perduto del mondo se ne salvo uno solo, stranamente molto distante da tutto il gruppo...stava raggomitolato in un angolo della tana.....
Aprì gli occhi, fece qualche passo ancora un po’ intontito, e si diresse dritto e convinto verso un mondo di colori. Si mise comodo su una pietra al sole e assaporò la rinascita…il momento più bello dell'anno.

Poi si guardò intorno e capì che tutta la sua piccola società non c'è l'aveva fatta…
La tristezza lo avvolse per un po’, ma con il passare del tempo nel suo cuore nacque la speranza di trovare un giorno in un posto del mondo una femmina di porcospino che aveva creduto in se stessa e nella sua vera natura...mise il suo cuore in spalla è parti verso nuove terre...pronto a far nascere una nuova generazione di porcospini finalmente liberi felici….e….

appagati,
gratificati,
compiaciuti,
allegri,
soddisfatti,
esauditi,
placati,
tranquilli,
addolciti,
ricompensati,
premiati,
raggianti,
giocosi,
sereni

se proprio non vi basta…contenti!