lunedì 4 aprile 2011

Marco....forse!

L’altro giorno al Fight Club è arrivato Marco….
Vi starete chiedendo…Marco chi?
Chi è Marco?
Ora ve lo racconto…
Forse un tipo come Marco lo conoscete anche voi, perché secondo me ognuno nella vita ha la fortuna di incontrare un tipo come Marco cioè un tipo che adora il cinema…
Diciamo che la parola adora risulta non idonea…
Diciamo che ogni parola che si potrebbe usare al posto di “adora” sarebbe riduttivo…
Ma la prendiamo comunque come buona..

In Italia un tipo come Marco, che “adora” il cinema, cosa fa?
Si iscrive al Dams a Bologna!
Un classico, come tutti i Marco che amano il cinema e che di conseguenza si iscrivono al Dams a Bologna,
si perde fra sedute studentesche, bravate dal sapore rivoluzionario e cineforum a tema…del tipo
“L’universo trascendentale mi uccide”

Perso in una tempesta di droghe e alcool…
Immerso nei locali dove il divieto “vietato fumare” non è mai entrato in vigore…
Sprofondato nei centri sociali, scivolato tra strade un po’ lerce, con le pareti imbrattate da scritte
“Fascisti al rogo!”,
“Berlusconi…Porco!,
“Non privatizzerete i nostri pensieri”.

Sommerso della quantità di concerti interessanti a bassissimo costo…
Da manifestazioni,
assemblee,
fila in mensa degli studenti,
biblioteche,
piccole sale clandestine che fotocopiano i libri,
edifici fatiscenti da occupare, e poi da sloggiare prendendo manganellate…
Feste con percussioni e balli forsennati,
e case piene di cani e di ragazze,
anzi correggo il tiro, di ragazze no,
quelle poche.

Una volta gli ho sentito dire a tal proposito:
“Se mi fossi fatto tante ragazze quanto le sigarette fumate…forse sarei felice…”

Ecco c ‘è quel forse…che significa che forse non vale il cambiamento.

Anzi no! Diciamo Forse e basta…punto!

Usiamo i forse per iniziare le frasi invece sono la fine di tutte le cose!

L’enorme differenza fra noi è i bambini è racchiusa dentro una parola enorme, “forse”.

Se senti dire ha un bambino “forse” ci sono solo due possibilità,
la prima è che quel bambino va di cognome Tremonti e che usa quella parola per spiegare la
nostra ripresa economica,
oppure, la seconda,
stai parlando di Malcolm Young degli AC/DC che sta provando gli accordi!

Marco è uno che parla come parlano nei film gli attori, ma in maniera naturale.
Uno che ama il cinema così tanto che quando dice una frase da cinema, tu lo capisci, ma non ricordi mai il titolo del film, non hai il coraggio di chiederglielo e di conseguenza passi tutta la sera a pensare “Porca miseria, qual’è il film che lui ha appena accennato?”

Una sera mi disse:

“Quando ami qualcosa alla follia ti è data solo una possibilità per salvarti…farti travolgere…”

Che cazzo di film è questo? Sono sicuro che è un film….
Vabè, diciamo che non ho ancora finito le mie ricerche!

Chiedigli un film, il regista, da chi è stato distribuito, anno di uscita nelle sale in America e poi in Europa, quante statuette ha vinto alla notte degli Oscar, e poi fagli la sua domanda preferita:

“Di chi è la colonna sonora?”

Di solito Marco (quel Marco che odora il cinema iscritto al Dams a Bologna, perso nei centri sociali, cercando ragazze e finendo per rimorchiare cani…allevamento dovuto sempre alla conseguenza di una ragazza che gli ha chiesto: “Poverino è senza padrone! Muore! me lo puoi tenere tu?”)

Quel Marco…

Quel Marco si accenderà un sigaretta e ti spiegherà con calma che la bellezza di un film sta in una cosa sola…

Un film risiede in un piccolo dettaglio!

L’altro giorno mi fa “Ti và un film?”
Gli faccio “Si, che andiamo a vedere?!
Lui: “Dove?”
Io: ”Andiamo al cinema?”
Lui: “No! Non ci và più nessuno al cinema, ormai i film si scaricano!
Al cinema vanno solo i vecchi che non sanno usare internet ed i bambini alla loro prima libera uscita…”
Io: “Si ma il cinema resta un’altra cosa…pensavo ti piacesse”
Lui: “Io adoravo il cinema…poi non c’è lo fatta più, non riuscivo a leggere i titoli di coda.
Se non vedi i titoli di coda  il film non ha un volto e per quanto mi riguarda non hanno neanche una fine…o meglio, non hanno forse…

La mia teoria è quella che visto che non sei un bambino e chiaramente non sei Tremonti e nemmeno Malcolm degli AC/DC, non chiedersi “forse” è da coglioni!
Quando andavo al cinema, alla fine del film, pronto per i titoli di coda, proprio sul più bello, tutti si alzavano ed io restavo seduto e non vedevo nulla. Allora provavo sempre ad alzarmi e venivo spintonato da gente che stava già uscendo, qualcuno mi diceva:
scusa mi puoi tenere il giubbotto devo vestire i bambini,
scusi devo passare,
i miei titoli di coda se ne andavano così, con gente che mi chiedeva scusa…
ma nessuno che mi chiedeva scusa per l’unica cosa di cui ero seccato…
scusa per i titoli di coda!

Poi Ale stai tranquillo io a casa ho il migliore dei proiettori, occhialini 3d, casse con effetto surround, poltrone con schienale regolabile…
Un armadio pieno di patatine e poi un frigo con delle birre gelate e inoltre, se vuoi, puoi anche ruttare in armonia, ho insonorizzato la stanza…i miei vicini non sentono nulla, quindi puoi lasciarti andare!

Poi da me ci sono altri vantaggi rispetto al cinema,
non c’è nessuno che arriva in ritardo, nessuno che fa arrivare i piedi sotto la tua sedia,
nessuno che si alza per andare in bagno facendo alzare tutta la fila,
non ci sono bambini capricciosi che piangono,
non c’è il tipo più alto della sala, sempre in ritardo che si muove come una mina vagante, che non sa mai dove sedersi, ed alla fine sceglie il sedile della fila davanti alla tua!
E poi qui se ami i dettagli non paghi l’ingresso….
Dimenticavo…qui puoi ridere a squarciagola,
cantare le canzoni…
e puoi piangere quando avrai voglia di farlo.

Quando ho visto ‘Il meraviglioso mondo di Amelìe’ ho iniziato a piangere come un bambino di 5 mesi…
mentre un schiera di persone continuava a dirmi….
Ssssh sssssh
Silenzio…
Scusi, vuole un fazzoletto…
Sssssh per favore…
Un po’ di serietà vorremmo vedere il film…

Ora ti confido una cosa,
Vedi, io nella vita ho solo un rimpianto, la mia generazione è stata violentata dalla più grande dittatura del mondo, quella del più…
La società del devi sempre avere di più per potere essere qualcuno!

Da quello che mangi a quello che porti ai piedi, dalle gomme da masticare allo yoyo, passando dallo skate ai rollerblade, le icone sul desktop, il ballo, la musica, le felpe, il tostapane, le patate fritte, il burro d’arachidi…
Ti dice qualcosa il fatto che la parola più conosciuta al mondo sia Coca cola e non libertà, amore, pace, fratellanza?

Coca cola in tutte le lingue del mondo,questa è l’unica evoluzione che stiamo vivendo!

A me l’America mi fa schifo…
Solo una cosa sognavo dell’America e volevo che quella cosa ci travolgesse tutti.
Invece non ci è mai stata data la possibilità…
Il mio unico rimpianto è che io non ho mai vissuto Il drive in….”

Tutta questa storia per spiegare il motivo per cui Marco a casa sua ha nel salone diventato poi una sala di proiezione una vecchia due cavalli svuotata del motore, con due poltroncine dentro, ogni tanto, a seconda del film, lui apre la cappotta…per esempio mi dice:

“Mica puoi vedere un film come Thelma e Louise senza abbassare la cappotta, non avrebbe senso!”

“Ok” – dico – “Va bene. Va bene tutto Marco…ma non mi hai detto che film vediamo…”

“Ci vediamo i primi 75 secondi del film Happy Family, l’ultimo film curato nella regia da Gabriele Salvatores (premio oscar nel 1992 in Mediterraneo)”

Dico “Grande Salvatores! Ma tutto lì? Solo 75 secondi?”

“Non lo vedremo solo una volta, vedremo tante volte quei 75 secondi…
Così tante volte che quel dettaglio diventerà …un forse…
Solo allora sarà la fine della storia, e potremmo gustarci con calma i titoli di coda”

….furono i 75 secondi di cinema più lunghi della mia vita, dentro una vecchia due cavalli
bombata di casse, in mezzo a bottiglie di birra vuote, sacchetti di patatine, cicche e
poltrone con buchi enormi a causa di qualcosa che non doveva cadere…

Quei 75 secondi di cui parlo passarono così….

Il problema è che abbiamo paura, basta guardarci, viviamo con l’incubo che tutto quello che abbiamo costruito possa distruggersi, con il terrore che il tram su cui siamo possa deragliare.
Paura dei bianchi, dei neri, della polizia e dei carabinieri,
Con l’angoscia di perdere il lavoro, ma anche di diventare grassi, gobbi, vecchi, ricchi…
Con la paura di perdere i treni e di non arrivare in orario a lavoro, di non arrivare agli appuntamenti…
Paura che scoppi una bomba, di rimanere invalidi, paura di perdere un braccio un occhio un dente
un filo, un foglio su cui avevamo scritto una cosa importantissima…
Paura dei terremoti…
Paura dei virus…
Paura di sbagliare…
Paura di dormire…
Paura di morire prima di aver fatto tutto quello che dovevamo fare…
Paura che nostro figlio diventi omosessuale…
Paura di diventare omosessuali noi stessi…
Paura del vicino di casa…
Paura delle malattie…
Paura di non sapere cosa dire…
Paura di avere le mutande sporche in un momento importante…
Paura delle donne…
Paura degli uomini…
Paura dei germi, dei ladri, dei topi e degli scarafaggi…
Paura di puzzare…
Paura di votare…
Paura di volare…
Paura della folla, di fallire, di cadere, di rubare, di cantare
Paura della gente…
Paura degli altri…

Motivo per cui questo film è dedicato a chi ha paura….

Molte…ma molte ore dopo…solo dopo i titoli di coda…..

Io: “Notte Marco…bel film….”
Marco: “Notte Ale…Oooo dimmi? Hai detto qualcosa?”
Io: “No Marco pensavo…Bello però, grande prova di maturità I 75 secondi di Salvatores, certo che forse….
Marco: “Cazzo! Forse! Punto e basta!”
Io: “Infatti…io la chitarra non l'ho mai toccata, figurati...altro che AC/DC! E poi io mica sono Tremonti!”
Marco: ”haicapitobravo!”


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