Fu solo in quel momento che il
dinosauro fece un sussulto, come un colpo di tosse.
Mentre baciava John Belusci lui sentì
ridere.
Era una risata smorzata che diventava
simile al ghigno di un maiale, ma che poi esplodeva più forte.
Guardò lo scaffale in fondo, cercando
quel suono e vide spuntare dal ripiano in basso, le punte di quelle che erano
due scarpe da tennis.
Lui: << Chi c’è lì? Elisa!
Ti ho visto cavolo! Ti ho visto esci!
Devo consegnare il film!
Lo dite voi, No More Late Fees!
>>
Così s’incamminò verso le scarpette
di gomma, parlando a voce alta:
<< Allora, devo tornare il
film!
Cavolo alla cassa non c’è nessuno!
Ooh stai bene? >>
I suoi capelli rossi uscirono fuori,
ed anche il suo corpo perfetto, coperto dai suoi jeans aderenti e da una
camicia bianca.
Lei : << Sssssssssss …rompipalle!
>>
Sei venuto a cercare il tuo solito film
da intellettuale di sinistra? vaffanculo non ce n’è! >>
Lui: << Ooh ma sei scema! Ok!
Non vengo più, ti pago il film e
basta; è più di mezzora che giro! >>
Lei : << Fermati! >>
Lui : << Che c’è? >>
Lei : << Cammina in modo tranquillo
lateralmente alla parete, la telecamera registra tutto! >>
Lui : << Ma che cavolo me ne
frega della telecamera, ti devo consegnare il film! >>
Lei: << Rompiballe! Poi te lo
spiego!
Cammina tranquillo, vieni verso la zona
film drammatici, gli ultimi dieci metri, dove mi trovo io, sono l’unico angolo
del locale dove il raggio della telecamera non arriva. >>
Lui : << Ok! Ok, va bene >>
Passi…passi…passi
Lei : << Ciao Rompiballe!
Benvenuto nell’unico angolo di liberta di
questo negozio, piacere sono Federica. >>
Lui: << Federica? Ma se mi
avevi detto che ti chiamavi Elisa! >>
Lei : << Io cambio sempre nome per
evitare che qualcuno mi cerchi in qualche social network, scommetto che mi hai
cercato su facebook!? >>
Lui: << Io? No!
Abbiamo qui miss Blockbuster!
Ti vorrei ricordare che non sei
l’unica donna che abita questo pianeta, e che al contrario iniziate ad essere
troppe! >>
Lei : << Scusa, sbaglio oppure sto
parlando con uno che ha appena baciato il poster di John Belusci? Siamo messi
malino!
Se vuoi posso procuranti quello di Monica
Bellucci! >>
Lui: << Sai una volta mi facevi
simpatia, cioè fino a due secondi fa, che ci posso fare? A me piace lui!
E’ un problema? >>
Lei : << Tranquillo, non dirò a
nessuno dei tuoi gusti strani, prometto!
Comunque vedi che non sono io che me la
tiro, siete voi che siete troppo prevedibili, sempre uguali, avete in testa
quella cosa lì è non vedete i dettagli.
Invece e’ nei dettagli che bisogna
trovare l’amore. >>
Lui: << Scusa Federica, sempre
se questo è il tuo vero nome, perché inizio ad avere dei seri dubbi, bella la
frase dei dettagli, cioè condivido,
ma devo restituirti il film.
E’ iniziata la partita ed io sono in
un angolo del Blockbuster, con una ragazza che invece di lavorare gioca a
nascondino e che ad ogni occasione cambia nome. >>
Lei : << Vedi che mi hai cercato tu!
>>
Lui: << Cosaaa?
Ooh Miss DVD! Tu sei completamente
fuori di testa, comunque ok!
Ok! Va bene!
Sai che ti dico? Me lo tengo il film,
ho venti euro bastano? >>
Lei : << Cosa avevi preso?
Fa vedere?
Bello!
“This must be the place” con Sean Penn, lui è
straordinario. >>
Lui: << Bè si, lui è un grande.
>>
Lei : << Direi un gran film, ma non
te lo avevo consigliato io, vero? >>
Lui: << No, questo no! >>
Lei : << Immaginavo! >>
Lui: << Cosa? >>
Lei : << Che non te l’avevo
consigliato io. >>
Lui: << Perché? >>
Lei : << È un bel film, in realtà non
esistono film belli o brutti, alla fine tutti ci permettono di vedere e di
ascoltare quello che noi vogliamo vedere ed ascoltare, diciamo che sono un bel
mezzo per conoscersi.
Comunque il film non puoi acquistarlo!
Perché dovrei farti lo scontrino ed io
questa sera non faccio più scontrini! >>
Lui: << Perché? >>
Lei: << Siamo chiusi! >>
Lui: << Ma se sono entrato e
sto parlando con la commessa del turno di notte, poi voi del Blockbuster non
chiudete mai, aspetta come fa lo slogan:
“Make it a blockbuster night” >>
Lei:
<< Vaffanculo! Lo spettacolo è finito!
Closed!
Ed è finito anche per te, tessera numero
103221. >>
Lui: << Cavolo!
Come fai a ricordare a memoria il
numero della mia tessera? >>
Lei: << E’ il mio lavoro, voglio
dire era il mio lavoro.
Tessera numero 103221, nel 2004 a Novembre ti se superato, hai affittato
quindici film ed è stato il tuo massimo.
Poi sei andato scendendo; ti sei messo a
scaricare, vero? >>
Lui: << Chi io? No!
>>
Lei: << Tanto lo so che scarichi!
>>
Lui: << Me li danno!
Vabè qualcuno ogni tanto l’ho
scaricato, ma la maggior parte me li portano,
giuro! >>
Lei: << Tessera 103221 tu non lo
sai, ma io ti conosco! >>
Lui: << Ma se non ci siamo mai
parlati più di 20 secondi. >>
Lei: << Attraverso il Software del
negozio, ho tracciato un identikit di quasi tutti i clienti. >>
Lui: << Non ho capito. >>
Lei: << Già dimenticavo di parlare
con un uomo! >>
Lui: << Oh Miss DVD sezione
simpatia! Datti una calmata! >>
Lei: << Parlo sul serio, tutto
parte dalle scelte che fate voi clienti, per me era un modo per non far
sembrare quei numeri solo numeri, ecco perché li ho memorizzati, è un trucco,
funziona, i miei colleghi non ne ricordano nessuno, io quasi tutti.
Basta pensare che ogni tessera è un
cliente, ogni cliente è un’emozione il cui riflesso è un film, così dalla mappa
dei film, scopri la persona che viene qui! >>
Lui: << Pazzesco! >>
Lei: << Comunque non è solo dai
film che ottieni indizi importanti, il carattere viene definito anche da un
sacco di altre variabili:
se il cliente noleggia il film sempre di
notte, se preferisce vedere film a Dicembre oppure a Marzo. Se è preciso
nelle consegne, se non ha soldi per pagare un film rotto, se ad esempio vede
solo commedie americane, se affitta i film di lunedì oppure per il week-end.
Le variabili sono tantissime,
bisogna stare attenti ai particolari. >>
Lui: << Tu sei completamente
fuori! >>
Lei: << Neanche tu sei normale
tessera 103221, comunque non eri in programma questa sera!
Il tuo solito ritardo ha cambiato il
finale. >>
Lui: << Ma che finale? >>
Lei: << Ma li leggi i giornali?
Domani anche questo negozio della catena
Blockbuster chiude, andiamo tutti a casa, fine…
“The End” , questa sera e’ il mio ultimo “turno
di notte”. >>
Lui: << Non è possibile, il
Blockbuster non può chiudere? >>
Lei: << Ed invece fattene una
ragione, è ora che ti svegli!
Tu non eri previsto ed io avevo un
programma. >>
Lui: << Che programma? >>
Lei: << Io questa sera non apro a
nessuno, è l’ultima notte che passo in questa merda, ho uno zaino pieno di
alcolici, resto qui e mi ubriaco,
Non me ne fotte più niente, e se mi sento
male, vomiterò sui film di Valeria Marini.
Tu che fai, resti? >>
Lui: << Io se fossi in te
vomiterei su “La morte dell’amore” con una sfavillante Anna Falchi!
Comunque no, non posso, grazie dell’invito, ma io
vado, c’è la partita. >>
Lei: << 103221 posso dirti una
cosa?
Pensi di stare meglio di me? >>
Mmmmm no!
Lei: << Ascoltami 103221, ci hanno
dato i film gratis solo perché “noi” siamo il “prodotto venduto”, io e te siamo
sulla stessa barca, sei d’accordo? >>
Lui: << Facciamo così, resto a
condizione che mi lasci vomitare sui “cinepanettoni” di natale,
ok? >>
Lei: << Certo!
Allora sei il benvenuto, il bar, da
adesso in poi, può servire super alcolici.
Sediamoci. >>
Lui: << Sediamoci è un
parolone; dov’è? >>
Lei: << OOOh ma che rompiballe!
A terra!
Tessera 103221….>>
Lui: << Scusa Federica, basta
con questo 103221! Che palle!
Io sono Dario…
Di…
A…
ERRE…
I
O! >>
Lei: << Non ci riesco, ti avevo
detto che questo metodo funziona con i numeri, non che riuscissi ad associargli
i nomi, per me tu sei 103221. >>
Lui: << Ma tu sei completamente
matta! >>
Lei: << Non ci pensare….
Rum e pera? Va bene?
>>
Lui: << Io veramente non bevo
super alcolici. >>
Lei: << Oh ma che palle! Con Luigi
mi sarei divertita di più.
Tieni e bevi tutto d’un fiato.
la vuoi sapere una cosa 103221? >>
Lui: << Vai. >>
Lei: << Tu sei venuto quì per anni,
ma lo conosci David Cook?
Lui: << Mmm, David come?
>>
Lei: << Cook? >>
Lui: << Mmmm…No! >>
Lei: << David Cook fu quello che a
cui venne l’idea, nel 1985, di aprire questo parco giochi cinematografico, e ci
fece tantissimi soldi.
Ebbe a cena le più grandi star del
cinema.
Un uomo che adesso vive a Dallas, in una
villa gigantesca con tanto di piscina, con una moglie e due gatti, uno che le
domeniche va a giocare a golf, per intenderci.
La mia vita è legata ad un uomo che
lontano da qui, mentre la sua idea crolla, ride e mangia hamburger sul divano
guardando la TV satellitare.
David Cooke sapeva che sarebbe finita in
questo modo, ecco perché ha venduto tutto prima, ha investito i
suoi soldi in altro, inventando poco dopo il telepass Americano; non mi
chiedere cosa sia, mi fa schifo solo il pensiero; odio ogni forma di “pass”
perché significa precludere a qualcun’altro di poter accedere a qualcosa.
A te piacciono i pass? >>
Lui: << No! >>
Lei: << Bravo 103221! >>
Ma ti rendi conto?
Ad un certo punto David Cook si è messo pure
a vendere musica in internet!
Noi dovevamo combattere la pirateria che
si diffondeva in rete, dicendo ai clienti:
<< Salve
signore questo è in offerta a solo 19.99 centesimi, invece dei soliti 22 euro.
>>
mentre il tuo Amministratore unico
convinceva le multinazionali a vendere la musica in internet, anche a rischio
che questa potesse essere scaricata facilmente.
103221 in questo posto non hanno mai fatto degli
sconti veri per incrementare gli acquisti, MAI!
Semplicemente perché non gli interessava,
erano tutti proiettati al dopo. >>
Alla fine David Cook si è pure occupato
di sicurezza delle e-mail.
Hai presente quell’insieme di leggi
complicatissime che permettono ad avvocati di guadagnare alle spalle delle
Multinazionali?
Mi riferisco a quelle leggi che non
capisce mai nessuno, anche se parlano di tutti noi; sto parlando della parola
“Privacy”.
Io della “Privacy” ho capito una cosa
sola:
sposta un mucchio di soldi!
Il vero problema è che David Cook non è mai
andato contro le regole, non si è mai mosso nell’illegalità, perché lui è
qualcosa di subdolo che si muove sopra ad ogni principio; lui è il mercato!
Mi sembra ieri quando ci fu
l’inaugurazione del quarto Blockbuster americano, avevano pensato a tutto,
quella volta un enorme pallone aerostatico sorvolò Holliwood.
Era il 1998, ti ricordi?
Lui: << Si! Ricordo il
periodo.
Era l’era dei film a casa, nacquero infatti
anche migliaia di pizzerie da asporto!
Quelle dove urlavi:
<<Due
pizze con mozzarella di bufala da portare via! >>
Lei: << Oppure la classica:
tonno e cipolla … formato famiglia!
Lui: << Pizze fumanti ed oleose
che una volta uscito dal locale poggiavi velocemente in macchina, per poi
urlare:
<< No, porca miseriaaaaaaaaaaa! L’olio sul sedile! Lo sapevo sono un
idiota! >>
La nostra generazione ha passato la
sua giovinezza rinchiusa a casa, su divanetti scomodi di pelle avvolta in
coperte giganti.
A farti compagnia bottiglie di birra
e fiumi di patatine confezione max! >>
Lei: << Si, ma le più gusto fanno cacare! >>
Lui: << E’ vero. >>
Lei: << Luigi invece … sai chi è Luigi? >>
Lui: << Si lo so, il tuo
collega, il fenomeno. >>
Lei: << Si lui!
Luigi quando guarda un film beve sempre
una tisana, lo abbiamo preso per il culo per anni!
Nove anni fa quando accettai questo
lavoro, ero felice, qui tutti eravamo contenti, sembravamo usciti dal telefilm
“Friends”; ho pensato che gli americani fossero grandiosi, ti pagano per
vendere film, cacchio è bellissimo!
Sembrava tutto un gioco, era talmente
fantastico che nessuno si è mai preso la briga di controllare bene il
contratto di lavoro, di guardare quali erano i nostri diritti.
Così mentre attaccavamo i cartelloni
della Disney, in mezzo a pesci pagliaccio chiamati “Nemo” non pensammo che il
contratto della multinazionale che noleggia film aveva regole del tutto
americane, erano contratti a tempo determinato, esenti da alcuni diritti
fondamentali e che alle spalle non avevano nessun tipo di sindacato.
Non che i sindacati mi facciano molta
simpatia, ma almeno sono una presenza confortevole, un fantasma buono.
Tipo Casper, hai presente il
fantasma della Disney?
Lui: << I sindacati come Casper,
il fantasma della Disney?
Senti Federica non bere più, sei già
ubriaca! >>
Lei: << 103221?
Ammazzati!
Noi per anni siamo stati i più gentili,
i più sorridenti ed i più eleganti, ma soprattutto eravamo i lavoratori più
flessibili!
Così la nostra vita ci è scivolata di
mano e tutti siamo rimasti sospesi.
Ecco la parola chiave per comprendere la
generazione dei trentenni di ora:
“Sospesi”…
uno dei sinonimi di sospeso è
“impiccato”, che dà però un senso più equo a tutto…
impiccati …
lo siamo stati per anni senza pensare
minimamente di esserlo!
103221, quì dovevamo starci tutti un
po’di mesi, io ero scritta in psicologia, Luigi in ingegneria!
Lui: << Lo sapevo, maglioncino
a V con i rombi è classico da ingegnere! >>
Lei: << Luigi è una palla, lo sai
perché?
Non sa prendersi in giro, e chi non ride
di se stesso, ride per metà e si perde una parte importante. >>
Lui: << I maglioni a V sono una
di quelle cose che le mamme adorano. >>
Lei: << Si è vero!
Io a mio figlio non metterò mai un
maglione a V! >>
Lui: << Mai dire mai, i miei
dicono di essere stati figli dei fiori nel ‘68, eppure il maglione a V ha
catturato anche loro. >>
Lei: << Lotterò sempre contro ogni
forma di maglioncino a V!
Ok? Va bene così? >>
Lui: << Si, molto meglio.
>>
Lei: << Altro giro? Dammi il
bicchiere.
Hai capito cosa voglio dire, per me
doveva essere il modo più veloce per racimolare qualche soldo, per non
dipendere dai miei, ma lavorando sono riuscita a dare solo nove materie, poi ho
mollato l’università.
Ricordo ancora perfettamente quando ho
fatto il colloquio, sembrava di entrare alla NASA, era difficilissimo, ci
voleva un’ottima conoscenza dell’inglese, ma soprattutto loro osservavano i
movimenti, per intenderci guardavano se eri un tipo scomposto o aggraziato.
(Non mi dire come facevano ma giuro che
lo capivano, ed alla fine prendevano solo i secondi.)
Ci ricordavano sempre che Blockbuster è
gentilezza, eleganza ma soprattutto pazienza.
STRONZIIIIII!!!!!!
Lui: << Sssssssss non urlare,
magari oltre alle telecamere in questo posto c’è qualcosa che registra tutto.
>>
Lei: << Può essere, da loro puoi
aspettarti di tutto, vuoi tequila? >>
Lui: << Ok! >>
Lei: << Nell’immagine collettiva il
commesso della Blockbuster doveva essere un amico, uno mai invadente, che
sapeva proporre i film giusti, uno che non innervosiva mai i clienti, che si
metteva sempre nei panni degli altri.
Mai prendere in giro il cliente, neanche
quando chiede un film con un titolo in inglese che lui traduce in dialetto…
Solo una volta sono scoppiata a ridere,
non ce l’ho fatta, colpa della tessera 295412, un uomo di mezza età con una
pancione enorme, assomigliava a Super Mario, quello della Nintendo, hai
presente no?
Una volta disse a voce alta:
“Finalmente
signorina l’ho trovato questo cavolo di Gostbusters”
Lui: << Dai, bellissima questa.
Comunque sei scoppiata a ridere anche
quando un pirla ha baciato Jhon Belusci >>
Lei: Hai ragione, lo sai che sei
simpatico?
Magari però se ti aggiornassi un po’, con
il taglio dei capelli, saresti pure più carino. >>
Lui: << Grazie, ma che hanno i
miei capelli? >>
Lei: << Sono troppo da quindicenne.
>>
Lui: << Lo faccio per sembrare
più giovane. >>
Lei: << 103221, tu sei vecchio
comunque! >>
Lui: << Federica?
Ammazzati!
Passa la bottiglia và! >>
Lei: << A te sembra una cosa
facile, consigliare il film giusto è la cosa più difficile, devi capire cosa
vuole in quel momento quella persona, ci vuole esperienza. Se consigli il film
sbagliato il cliente non lo rivedi più,
L’esperienza non sta nel conoscere i
film; quello pure, ma è soprattutto saper riconoscere l’umore e i desideri della
gente.
La tessera 265212 ad esempio è quella di
una signora appena diventata nonna, a lei mica puoi proporre la trilogia di
Matrix oppure Johnny Mnemonic ma semmai:
“Pomodori verdi fritti alla fermata del
treno”, “Chocolat”, “l’Albero di Atonia”
“A spasso con Daisy.” >>
Lui: << Gran Torino! >>
Lei: << Bravo! Anche perché no?!
>>
La 265212
mi ha dato un sacco di
soddisfazioni, fa la professoressa, ormai sarà in pensione; lei era uno dei
miei identikit preferiti.
Comunque tu, tessera 103221, avevi una
scelta ambigua dei film, come se molti non fossero scelti da te ma da qualcun
altro.
Adesso che siamo in confidenza…
Possessiva lei? >>
Lui: << Cosa? >>
Lei: << Voglio dire…se sbagliavi il
film, neanche dieci minuti e iniziava con la frase:
“questo film è
orrendo”. >>
Lui: <<Alcune volte aveva
ragione. >>
Lei: << Lo sapevo, lo sapevo!
>>
Lui: <<Cosa? >>
Lei: << Che eri uno così! >>
Lui: <<Ora non Esageriamo.
>>
Lei: << Esagerata un corno!
Lei non aveva mai ragione, la scelta di
quel determinato film era un tuo riflesso, mica il suo; ci si forza a voler
vedere un film che sia un compromesso, fino al punto di rottura.
Vedi persone sposate venire di notte ed affittare
film di nascosto dalle mogli,
molti film di azione ma soprattutto
porno, dipende da quanto sono messi male.
Comunque tu non sei arrivato a questo,
sei stato bravo, hai iniziato a scegliere. >>
Lui: << Grazie. >>
Lei: << Ti sei salvato per un pelo;
ti meriti, una bella vodka alla pesca!
Eccoti servito.
103212 a
parte richiedere film introvabili, tu nella vita che fai? >>
Lui: << Mi sono laureato, con
fatica ma mi sono laureato, sono un fisico. Ho studiato per anni qualcosa di
meraviglioso, ho esaminato i fenomeni del pianeta per provare a capire le leggi
del mondo, per concludere che alla fine il mondo ha leggi che non capirò mai.
Ma non è questo il problema, la
questione risiede nel fatto che studiamo le leggi della natura per deformarla,
modificarla, la nostra ignoranza risiede nel fatto che crediamo di poterci
mettere al di sopra di tutto quello che ci circonda, in questo modo l’uomo non
ha fatto che peggiorare la propria vita.
Sono un ricercatore, di quelli da 800
euro al mese, per giunta a progetto.
Quindi hai poco da lamentarti, tu
almeno hai perso un lavoro, io non sono mai stato assunto!
Lei: << Dove lavori? O meglio dove
fai progetti sottopagati?
All’università, la pausa caffè è
stata la causa della mia gastrite cronica, anche se ultimamente credo che lo
sia anche Eleonora.
Lei: << Chi è? Tua moglie? >>
Lui: << No! La mia ragazza,
cioè ex.
Sto con Eleonora da tredici anni,
cioè stavo con Eleonora.
Il primo anno ero sicuro di sposarmi,
questo desiderio è sceso a poco a poco, fino a concludere che è meglio non fare
mai questo passo.
Si resta,come hai detto tu, sospesi, o
per meglio dire impiccati.
Le storie d’amore dei trentenni di
oggi sono fuochi ormai spenti, quello che resta dopo un falò, una gran festa,
balli di gruppo, calore, tette, chitarre, percussioni e poi tutti a casa, da
soli.
A trentadue anni lei mi dice che la
sua vita è lontano da qui, Cina.
Lei: << Cavolo! >>
Lui: << Conosci Pechino?
>>
Lei: << No! Deve essere bella?
>>
Lui: << Insomma! Ci ho passato
un mese, lei sorrideva, per me era il delirio!
Le ultime notti le ho passate nella
hall di un albergo, guardando l’uomo al bancone che provava a restare sveglio.
E’ l’unica immagine che mi è rimasta
del comunismo MADE IN CHINA.
Con Eleonora non andavano più d’accordo
su nulla….
Lei vuole un futuro a Pechino, all’ambasciata,
io cerco una casa in campagna con l’orto ed un cane che scodinzoli quando torno.
Quindi arriva la frase classica:
Allora ci lasciamo?
In realtà si è già cosi lontani che
lasciarsi fa meno male che togliersi un cerotto bagnato.
Quindi adesso sono senza un vero
lavoro, senza donna, in una casa al centro (che divido con due ragazzi dieci
anni fuori corso, due figli di papà che si sentono due rivoluzionari,)
mentre di Eleonora mi è rimasto solo
il cane,
si chiama Pasquale e mangia per tre.
>>
Lei: << Pasquale?
Ma che nome è? >>
Lui: << Meglio che 293756445
che dici? >>
Lei: << 103221 sai che ti dico?
Ammazzati! >>
Lui: << Eleonora Pasquale non
può tenerlo, vive praticamente nell’appartamento più piccolo del mondo, non ha
spazio e lui è un San Bernardo! >>
Lei: << Le hai indovinate tutte, eh?
Fatti un drink che è meglio, senti a me!
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