lunedì 14 marzo 2011

Musica di sottomondo

La seconda volta che vidi Pino Pullella e tutti quelli che poi sarebbero divenuti i membri
di qualcosa che solo molti anni dopo divenne il Fight Club….fu a Canalicchio
Lo so il nome non fa molto rivoluzionario, non fa neanche figo, ma proprio perché non era nessuna delle due cose….risultò il posto giusto…

Una linea di confine tra il centro e la periferia, un posto geografico senza punti di riferimento, un luogo che non aveva una piazza e neanche un albero, un posto che aveva come centro di tutto un posteggio privato che restava misteriosamente vuoto (non tanto misteriosamente, visto le 3 mila lire l’ora)
Ma era l’unico spazio possibile, perché il resto era completamente inghiottito dalle colate di cemento che avevano solo delle aperture per farci passare dell’aria…
L’aria...mi riferisco a quell’impasto putrido generato dal pescivendolo all’angolo della via principale che nasceva in mezzo, tra un bar ed una rosticceria di polli allo spiedo….il tutto impreziosito dalla smog!

In quel posteggio dove di giorno ragazzi con magliette multicolore giocavano ad imitare Zico o Maradona (cercando di dimenticare presto Luvanor e Pedrinho)…dove il sole nell’asfalto generava laghi di sale, dove le cacche dei piccioni toccando terra friggevano come uova in padella…
Un posteggio strano nato da una storia strana….che come tutte le storie strane, vedeva la nascita, dopo tanta peripezie giudiziarie,  dell’unica cosa che era completamente illecita, ovvero di una discoteca!

In realtà il posteggio dava di fronte ad una specie di magazzino ad un piano, qualcosa che doveva essere tutto, ma che da tutto si era dopo anni trasformato semplicemente in “DIVINA”.

Il deserto di cemento pomeridiano lasciava spazio a qualcosa di completamente diverso la notte.
Come nel film “Dal tramonto all’alba” di Quentin Tarantino quella zona la notte si trasformava in una specie di Woodstock, però derubato dai sogni, dove giovani arrivavano da ogni dove, percorrendo ore nel traffico urbano, per giungere a vederlo alla fine, perché era lui l’artefice di tutto il sabato sera…perché era da lì che tutto il traffico urbano aveva inizio!

In quel delirio di motori e di tubi di scappamento ad altezza uomo che generano una nube tossica paragonabile a Bangkok…di stereo che sovrapponevano le ultime di Nino D’angelo agli Enigma…in quel marasma generale che vedeva una città svuotarsi per esplodere all’improvviso…
Ecco cos’era per noi il DIVINA, un livido nero di tre giorni che presentava una leggera sfumatura viola…
il viola era il colore scelto dall’art director generale del locale…
Io ero arrivato dopo 6 ore di viaggio in Si e finalmente ero anch’io fermo a non fare un cazzo al centro del posteggio…
Scopo della serata, entrare in qualcosa di più piccolo e stretto, con pochissime aperture per respirare....
In realtà per me era diventata una sfida…superare la soglia della porta ed essere dentro…
Una volta dentro sbadigliavi per una serata, non riuscivi a sentire nessuno parlare e, per completare il tutto, per delle ore le tue orecchie erano bombardate da suoni, ma questo era secondario…perché l’importante era entrare…
Anche se l’euforia dell’ingresso durava qualche secondo stroncata dalla figa di turno che ti diceva per il giubbotto…”scusa bello sono 5 mila lire”!
“Devi andare lì per il biglietto….sono 15 mila lire con consumazione in omaggio” (con me che esclamavo, wow che culo!)

Per me il motivo risiedeva nell’impresa, che stava nel fatto che per entrare io…ero il meno adatto…
Non ero vestito elegante…non portavo nessuno gruppo con me…non avevo ragazze…
Avevo il Si…e non ero figo…
La sfida mi affascinava…in realtà stava tutto nel tentativo di affrontare un sistema in mano al clientelismo, al razzismo, all’omologazione, all’apparenza….
Perché dovevi per forza conoscere qualcuno che conosceva qualcun altro sopra di lui che a sua volta parlava con un altro che per arrivare ci metteva delle ore e a cui avresti dovuto restituire il favore…
insomma in Sicilia anche entrare in discoteca significava mafia!

Di solito andava così, la bolgia ti schiacciava contro i buttafuori che continuavano a difendere le loro posizioni spingendo gli attacchi come centurioni romani e che ripetevano “Scusa non posso farti entrare”
“Dovete aspettare”…”Allontanatevi”…
Alla spinta dei gorilla con gli occhiali da sole faceva seguito un’altra spinta proveniente da un’intera massa che si muoveva come blob (sottotitolo il fluido che uccide) tutto in un perfetto equilibrio che ti riportava nuovamente al punto di partenza…

Questo per delle ore…per concludere giunto d’avanti all’ingresso, ad un: “Scusa tu non puoi entrare, noi facciamo una selezione è tu non sei idoneo!”
Di solito il buttafuori, in un italiano parlato meglio da una badante russa in Italia da un mese, ti spiega questa riflessione filosofica…
Per concludere che ci vuole una ragazza con me, ci vuole una giacca e devo essere iscritto in una lista…
Sempre lui mi dice e mi sorride con un dente d’argento “Questo è un locale che ha uno certo stile!”

E così resto fuori dal locale….

In realtà a Londra avevo assistito a locali che ponevano limitazioni peggiori come quelle delle scarpe…hai le scarpe da tennis? resti fuori!
A Londra c’era chi vendeva scarpe fuori dai locali…e c’era chi le barattava....”noi non entriamo è tardi”…
“vabè vi diamo le scarpe, voi ci date le vostre...”
Sentivi cose così fuori…
Una volta qualcuno si presentò scalzo. Disse “è vietato entrare con le scarpe da tennis, ma con le calze si può”….
Poi fu rissa….

In reatà fuori dalla discoteca ho sempre conosciuto un sacco di persone, in effetti la bufala della discoteca è che in fondo non è vero che si fa amicizia....
chi è solo resta solo…
chi è in compagnia forse si diverte,
chi è con la sua ragazza tromba e si diverte sicuro!

Ma quella volta andò diversamente…
Una mano tocco la mia spalla….mi disse “scusa…posso passare?”

Era Pino…
Guardo in faccio il tizio in doppio petto che da un centimetro disse “Ehi questa è casa tua?”
“Scusa ma non vedo il tuo nome attaccato alla porta”
In realtà disse port…
La ‘a’ fu accompagnata da un pugno che colpì il buttafuori nei testicoli che finì in ginocchio….
poi fu uno scontro tra chi ci voleva proteggere e chi ci voleva uccidere…mentre Pino continuava a dire….
”ok ok ok…va bene”…
“Va bene…vaffanculo ragazzi...sono il dj della serata”…

La voce iniziò a spargersi …le cose si calmarono, ed era vero!
Qualcuno si scusò, e altri mormorarono: “il solito testa di cazzo, non ci avvisa mai!”.
Alla fine della rissa, Pino mi disse “entra, tu sei con me”….

“…..lo sai perche la gente mi adora in questo posto Ale?…”

“La risposta è nella musica…senti la musica adesso! Che ti dice la musica adesso???? Mi sembri perplesso e fai bene, non dice nulla!”
“Cazzo la gente vive immersa ogni giorno in un mondo di paure...”
“Però hanno messo la musica per distrarti, per farti stare buono ti addormentano con la musica…”
“Una volta la musica serviva per riempire la vita, adesso hanno buttato la tua vita e riempita di musica…ma non è musica, fai attenzione, sta lì il trucco...quello a cui assisti ogni giorno è intrattenimento!”

“Sai come la chiamerebbe un dj super figo con la camicia a fiori comprata a Ibiza, dove pure lui ha fatto la sua esperienza fantastica?...Quella finita in una pozza di vomito….Ecco lui la chiamerebbe musica ambient….musica lounge…”
“Quella di locali come il Cafè de Mar, dove quei pochi che restano svegli possono guardare il tramonto ascoltando dei suoni che ti riappacificano apparentemente con il mondo…”
“Oppure il Buddha Bar, dove al centro del locale sbuca una statua raffigurante il buddha alta i tre piani del locale…”
“Ora ti dico, cosa centra guardare la natura togliendo i suoni originari e sostituirli con dei suoni che non lo sono?”
“Cosa cavolo centra in un locale dove la gente balla con vestiti firmati Valentino, guardando il buddha!?!?”
“Ecco la volgarità…non è volgare soffermarsi a dire una parolaccia, vaffanculo queste sono solo stronzate, è volgare l’estrapolazione superficiale di un concetto…”

“Hanno creato dei ‘non luoghi’ gli hanno tolto tutto quello che apparteneva a quel posto e ci hanno piazzato dei suoni in diffusione…”
“Vedi gli aeroporti, percorri milioni di chilometri, passi confini, ti sposti da una nazione ad un’altra ma dentro gli aeroporti ti sembra di restare sempre allo stesso posto, di non essere partito mai!”
“Nel 1978 Brian Eno incide Music for Airports…”
“Gli aeroporti sono stati i primi a diffondere della musica rilassante e oggi finanziano concerti che dilungano questo tipo di musica…mentre Brian Eno è diventato solamente un produttore musicale che aggiusta i suoni e le melodie di gruppi come U2 o Coldplay...”

“È la musica delle sale d’attesa…ecco dove siamo finiti tutti, la sala d’attesa è diventata la nostra vita…benvenuti si accomodi...”

“Ti drogano subito appena apri gli occhi con la sveglia che ha una qualche suoneria…la musica mentre ti tagli i capelli…mentre fai la sauna, mentre fai pesi in palestra, ci sono centri commerciale che pagano l’equivalente di 50 operai l’anno per la musica…”
“Ti sei chiesto perché oltre la Siae è nata la SCF? Perchè adesso ogni centro commerciale ha il suo Morricone da shopping”.

“Lo chiamano sottofondo…lo dovrebbero chiamare sottomondo…”

“Il centralino ha la sua musica, il tuo blog preferito ha la sua tipica musichetta, le pubblicità rendono tanto quanto più rende la musica che le accompagna…”
“Indovina il disco giusto indovina la strategia giusta….”
“In ufficio la segretaria ti dice…attenda in linea…e parte una cazzo di musica stronza!”
“Hanno messo la musica negli ascensori, l’hanno chiamata elevator music oppure muzark…è musica leggera, un ritmo semplificato realizzato sulla base di brani noti….Spesso strumenti etnici che vengono campionati e che fanno melodie pop…”

“L’ultima novità, prelievi i soldi in banca e parte il jingle bank, le banche lanciano una radio che viene diffusa in tutti i suoi sportelli…programmazione studiata nei minimi particolare…più sei tranquillo più prelievi…e più prelievi più spendi!”

“Adesso anche in sala operatoria, muori ma hai il tuo sottofondo…”
“In realtà sei già morto, perché non ti hanno dato la possibilità di scegliere la colonna sonora della tua vita…”
“Wody Allen disse…’non posso riflettere nemmeno in ascensore, ho bisogno di leggere , ascoltare una musica distrarmi per non pensare all’inutilità della vita che sta passando’ “

“Sai che ti dico? Principe con la tua addormentata nel bosco, che ci distraggono per non farci prendere coscienza…ci allontanano dal vuoto delle nostre inutili attività…ci tengono lontani da quella domanda che ti potresti fare ad in ogni minuto del giorno: ‘Fratello questa tua vita a cosa serve e a cosa servi tu veramente?’ “

“Ecco perché noi questa sera in questo posto di merda…suoneremo rock!”

“Rockkkk and Rollll!!!!”

“Perché c’era gente che aveva capito che con la musica ci avrebbero controllato…
E che per lottare contro questo è impazzita…
È impazzita per noi…..per trovare le note giuste…”

“Suoneremo tutti i martiri del rock…”

“Ora saliamo in consolle, tu vieni con me…”
“Tu avrai un compito…dovrai dirmi cosa vuole sentire veramente in questo preciso istante ogni persona di questo locale….”
“Ecco vedi quel tipo infondo da solo con il bicchiere in mano? Quello che guarda la donna con la sua amica che balla tenendo gli occhi bassi? Mi riferisco alla rossa che ha deciso di lasciare suo marito…”

“Ogni volto esprime una sensazione ogni sensazione un disco…”
“Noi faremo questo questa sera, e lo faremo finchè le loro anime straripanti di vita, andranno via stanche…”
“lo so cosa pensi…molti di loro torneranno nelle loro case, laveranno la macchina domenica mattina,
guarderanno e s’incazzeranno per la bolletta da pagare,  penseranno di aver fatto l’acquisto più conveniente dell’anno all’Ikea…e si addormenteranno davanti al televisione…”

“ma se ti fidi di te, non lo faranno più allo stesso modo…”


«Sul palco faccio l'amore con 25 mila persone. Poi torno a casa sola.»

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